Palermo, operazione “Apocalisse”: 95 arresti. Dopo 100 anni spunta killer di Petrosino (video)

23 giugno 2014

L’operazione “Apocalisse”, che questa mattina a Palermo ha portato all’arresto di 95 persone ritenute affiliate alle cosche di San Lorenzo e Resuttana, potrebbe avere fatto luce su un delitto eccellente di mafia accaduto più di cento anni fa: quello del super poliziotto italoamericano Joe Petrosino, ucciso il 12 marzo 1909. In un’intercettazione delle forze dell’ordine nei confronti di uno degli indagati, Domenico Palazzotto, questo si vanta con gli amici di essere discendente di Paolo Palazzotto, l’uomo che per primo fu arrestato con l’accusa di essere il sicario inviato da Cascio Ferro, il boss di Bisacquino affiliato alla “mano nera”, per uccidere Petrosino di fronte all’hotel de France, in piazza Marina. Paolo Palazzotto, così come Cascio Ferro, vennero però assolti per insufficienza di prove.

Scorrendo il diario pubblico del profilo Facebook di uno degli arrestati nell’ambito dell’operazione antimafia “Apocalisse”, che ha portato alla cattura di 95 persone a Palermo, ci si imbatte in decine di foto con un unico tema: la condanna dei pentiti e dei collaboratori di giustizia, e l’apprezzamento della “legge” dell’omertà, del “farsi i fatti propri”. La pagina è quella che Gregorio Palazzotto, titolare di una ditta di traslochi ritenuto a capo della cosca dell’Arenella, condivide con la compagna. In essa compaiono frasi come: “Non fanno paura le manette, ma chi per aprirle si mette a cantare”, e ancora “Odio le persone che non si fanno i cazzi proprià”, “la lingua sparla quando brucia il culo”. Inoltre, Palazzotto condivideva foto e link che rivendicavano l’indulto e dell’amnistia per i carcerati.

Nell’operazione antimafia, denominata “Apocalisse”, nell’area occidentale di Palermo, carabinieri, polizia e guardia di finanza, stanno eseguendo 95 provvedimenti restrittivi nei confronti di uomini d’onore dei mandamenti di Resuttana e San Lorenzo, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento e altro. Le indagini, coordinate dalla Dda di Palermo, hanno consentito di ricostruire l’organigramma dei mandamenti individuandone capi e gregari degli ultimi anni, di accertare la capillare e soffocante pressione estorsiva esercitata da Cosa nostra in danno a numerose imprese edili ed attività commerciali, nonché di riscontrare il diffuso condizionamento illecito dell’economia locale. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati complessi aziendali per svariati milioni di euro. (TMNews)

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