Pantani non si suicidò. “Caso riaperto per omicidio”

2 agosto 2014

Decisione clamorosa della procura di Rimini dieci anni dopo la morte del campione

La sera del 14 febbraio 2004 Marco Pantani fu ucciso. E’ la tesi sostenuta dalla famiglia del campione di ciclismo e confermata da una perizia medico legale di parte eseguita dal professor Francesco Maria Avato. Secondo i risultati di questa perizia qualcuno costrinse l’atleta a bere grandi quantità di droga diluite nell’acqua. Sulla base delle risultanze la procura di Rimini, ad oltre dieci anni dalla morte del vincitore di Giro d’Italia e Tour de France nel 1998, ha deciso di riaprire il caso.

Per la difesa, scrive sabato la “Gazzetta dello Sport”, Pantani conosceva gli assassini, sarebbe stato anche picchiato e la stanza “alterata” per simulare il delirio da stupefacenti. Secondo la ricostruzione il Pirata avrebbe passato gli ultimi minuti della sua vita in una stanza d’albergo, ma non da solo, come fino a oggi ha affermato la verità processuale, e in preda alle allucinazioni per l’overdose letale di cocaina. “Pantani avrebbe aperto la porta al suo assassino (o agli assassini), lo conosceva, forse si fidava. Ma presto la situazione sarebbe diventata incontrollabile. Per ben due volte il romagnolo chiama la reception, chiedendo addirittura l’intervento dei carabinieri (un doppio Sos prima ignorato e poi sottovalutato), circostanza appurata anche 10 anni fa. La lite verbale sarebbe presto degenerata, sfociando in un’aggressione. Pantani potrebbe essere rimasto ferito in più punti del corpo, prima di soccombere: stordito, sarebbe diventato una preda facile”.

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La perizia avrebbe spiegato che la quantità di droga trovata su Pantani equivarrebbe a diverse decine di grammi. Impossibile per qualunque persona mangiare o inalare una dose simile. L’unico modo è diluirla nell’acqua e farla bere a forza. “Non solo, Avato fa notare come le numerose ferite sul corpo di Pantani sono compatibili con opera di terzi. Il professore ha poi rilevato per primo sul polso sinistro tracce riconducibili a una stretta, forse utile a bloccarlo a terra”. L’ipotesi di reato su cui indaga ora la procura sarebbe quella di omicidio con alterazione del cadavere e dei luoghi.

La notizia della riapertura del caso è stata data dalla madre del campione via Facebook: “16 anni fa 2 agosto Marco vinceva il Tour e quest’anno ai 10 anni della sua morte mentre Cesenatico festeggiava la sua notte gialla non piu dedicata a lui vi do una notizia a tutti i tifosi e quelli che hanno creduto e voluto bene al mio Marco il caso è aperto per omicidio” ha scritto Tonina Pantani.

La notizia è stata commentata anche dal presidente della Federciclismo, Renato Di Rocco, che, scrive l’edizione online della “Gazzetta”: “La verità è sempre l’obiettivo da raggiungere, a distanza di tanti anni si riapre una ferita. La famiglia ha sempre lavorato e insistito per raggiungere la verità assoluta, di argomenti bui e passaggi non chiariti ce ne sono abbastanza. Ci sono stati molti libri e molte valutazioni a riguardo, qualche tratto nero nella vicenda si evidenziava, poi ovviamente sarà il giudice a fare chiarezza”.

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