“Ci e’ richiesto il coraggio per essere alternativi al mondo, senza pero’ mai diventare polemici o aggressivi”. Sono parole di Papa Francesco nel breve intervento che precedeva l’Angelus nell’odierna Giornata Missionaria Mondiale. “Ci e’ richiesto – ha detto – il coraggio per aprirci a tutti, senza mai sminuire l’assolutezza e l’unicita’ di Cristo, unico salvatore di tutti. Ci e’ richiesto coraggio per resistere all’incredulita’, senza diventare arroganti” ma consapevoli di essere noi stessi peccatori, “come il pubblicano raccontato dal Vangelo”.
“Dobbiamo impegnarci – ha spiegato Bergoglio – nelle attivita’ pastorali e missionarie, da una parte, come se il risultato dipendesse dai nostri sforzi, con lo spirito di sacrificio dell’atleta che non si ferma nemmeno di fronte alle sconfitte; dall’altra, pero’, sapendo che il vero successo della nostra missione e’ dono della Grazia: e’ lo Spirito Santo che rende efficace la missione della Chiesa nel mondo”. “Oggi – ha sottolineato Papa Francesco – e’ tempo di missione ed e’ tempo di coraggio! Coraggio di rafforzare i passi vacillanti, di riprendere il gusto dello spendersi per il Vangelo, di riacquistare fiducia nella forza che la missione porta con se'”. Viviamo, a scandito, “un tempo di coraggio, anche se avere coraggio non significa avere garanzia di successo. Ci e’ richiesto il coraggio per lottare, non necessariamente per vincere; per annunciare, non necessariamente per convertire”. “La Vergine Maria, modello della Chiesa ‘in uscita’ e docile allo Spirito Santo, ci aiuti – ha invocato il Papa a conclusione della breve catechesi domenicale rivolta ad una gremitissima piazza San Pietro – ad essere tutti, in forza del nostro Battesimo, discepoli missionari per portare il messaggio della salvezza all’intera famiglia umana”.
