Passa al Senato ddl Scuola. Studenti avvertono: sarà autunno caldo

Passa al Senato ddl Scuola. Studenti avvertono: sarà autunno caldo
25 giugno 2015

di Maurizio Balistreri

L’aula del Senato, con 159 sì, 112 no e nessun astenuto, ha approvato la fiducia chiesta dal governo sul ddl Buona Scuola che ora dovrà tornare alla Camera per la terza e definitiva lettura. Quattro senatori del Pd Corradino Mineo, Walter Tocci, Roberto Ruta e Felice Casson non hanno votato la fiducia, non partecipando al voto. Anche se su Casson non è chiaro se sia una assenza di protesta. Al momento del pronunciamento dell’esito del voto fischi e proteste da parte dell’opposizione. Anche fuori dall’aula in scena una serie di manifestazioni di protesta. Fischietti, striscioni, slogan contro il ddl della Buona scuola in piazza a Roma: gli studenti anche oggi hanno protestato, una mobilitazione che ha raggiunto il culmine mentre al Senato passava la fiducia alla riforma. La polizia ha bloccato la strada di accesso a Palazzo Madama. Disagio al traffico e rilancio di slogan dei manifestanti: “Renzi dimostra la sua democraticità fatta di centinaia di agenti antisommossa e di piazze inascoltate. Ma noi non ci faremo intimidire, non faremo un passi indietro fino alla vittoria”. Gli studenti non mollano: “La scuola e la democrazia sono nelle nostre mani. In piazza con genitori, studenti, docenti e cittadini, senza bandiere, per urlare ‘no’ alla riforma della scuola”. E avvertono: “Sarà un autunno caldo, un autunno di mobilitazioni. Bloccheremo questa riforma”.

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Per l’Unione degli studenti “la fiducia sul maxi-emendamento del ddl scuola è l`ennesimo atto autoritario e inaccettabile di un governo non votato da nessuno e sempre più chiuso nei palazzi”. Ma “la retorica del premier sul cambiamento non ha convinto nessuno e lo abbiamo dimostrato nelle piazze. La vera sfiducia arriva dalle scuole e dal Paese” e “non si può riformare la scuola pubblica con la dittatura della maggioranza: il ddl va bloccato, vanno stralciate le assunzioni dal testo e aperto un vero dibattito democratico nel Paese”. Quindi avvertono: “Non ci fermeremo. La mobilitazione di oggi non è che l`inizio di una nuova ondata di agitazione che arriverà sino all`autunno che punterà a bloccare in ogni modo l`applicazione di questa riforma. La scuola e la democrazia sono nelle nostre mani e noi non ci arrenderemo. Possono pure votare, se credono che basti questo a costruire il Paese diseguale e antidemocratico che vorrebbero. Ma si sbagliano di grosso. Da settembre dimostreremo che le scuole e le città sono di chi le vive realmente”.

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