Visco e Corte conti vedono grigio: crescita lontana da pre-crisi

Visco e Corte conti vedono grigio: crescita lontana da pre-crisi
25 giugno 2015

Debole, lenta e lontana dai ritmi del passato. È la dinamica dell’economia italiana secondo la Corte dei conti e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Che vedono una ripresa con prospettive poco entusiasmanti, segnata da un andamento incerto e faticoso. “Siamo in una fase di ristagno – ha detto Visco – e questo è un problema”. Una situazione in cui, per la magistratura contabile, alla fine sarà inevitabile ridurre il welfare, per poter risanare i conti pubblici senza aumentare ancora le tasse. L’economia italiana, ha spiegato il governatore, è molto lontana dai ritmi di crescita pre-crisi e serviranno diversi anni per tornare ai livelli del 2008. Si prevede “che solo alla fine di quest’anno il Pil dell’area euro tornerà sui livelli del 2008”. Per accelerare la ripresa, ha ammonito Visco, è indispensabile portare avanti le riforme strutturali. “Non sono da fare perchè ce lo chiedono il mercato, la Bce e l’Europa – ha sottolineato – ma perchè è nel nostro interesse” e “se restiamo fermi andiamo indietro”.

Un’analisi non molto diversa da quella delineata dalla Corte dei conti nel giudizio sul rendiconto dello Stato, in cui si evidenzia “una prospettiva contrassegnata da una crescita economica ancora molto lontana dai ritmi del passato”. Per i magistrati contabili è quindi inevitabile intervenire sul welfare, per non inasprire una pressione fiscale ormai insostenibile. “Il necessario contributo – ha detto il presidente delle Sezioni riunite Enrica Laterza – ancora atteso dalla riduzione della spesa pubblica, pur perseguendo ancora la via di ulteriori recuperi di efficienza, non può eludere la scelta di fondo di porre limiti alla prestazione di alcuni servizi pubblici in una condizione di permanente, se non anche crescente, squilibrio tra costi e ricavi”.

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In questo contesto, avverte la Corte dei conti, è ormai indispensabile un ripensamento sui limiti dell’intervento pubblico. “Un duraturo controllo della spesa pubblica – secondo Laterza – può ormai difficilmente prescindere dalla questione del perimetro dell’intervento pubblico, con la necessità di riorganizzare alla radice le prestazioni e le modalità di fruizione dei servizi pubblici. Il recupero di efficienza degli apparati pubblici – ha aggiunto – non può essere disgiunto da una maggiore partecipazione dei cittadini ai costi di alcuni servizi, che richiederà una contestuale rigorosa articolazione tariffaria” in base alla capacità contributiva individuale.

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