Il Pd non decide e la palla va a Mattarella. Oggi potrebbe arrivare il nome del nuovo premier

Il Pd non decide e la palla va a Mattarella. Oggi potrebbe arrivare il nome del nuovo premier
11 dicembre 2016

Il Partito democratico per ora non decide sul nome del successore di Matteo Renzi a Palazzo Chigi e la palla va direttamente nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella, che comunque ha annunciato che le sue indicazioni arriveranno nelle prossime ore. E’ facile prevedere che al massimo entro lunedì – ma non è escluso che ciò possa accadere anche oggi- Mattarella indicherà il nome del premier incaricato. Certo, dopo tre giorni di consultazioni e dopo discussioni approfondite in campo dem ci si attendeva che la delegazione del partito (che ha chiuso i colloqui del capo dello Stato) avrebbe indicato il nome del presidente del Consiglio. Una indicazione più volte sollecitata da Mattarella, che riteneva come fosse diritto-dovere del partito di maggioranza individuare il nome.

Da qui i nomi di Paolo Gentiloni e di Pier Carlo Padoan, mentre sembrava accantonata la possibilità di un Renzi bis. Ma così non è stato. Non solo, è tramontata anche l’idea di un governo istituzionale. Ecco allora che la decisione dovrà essere presa dal presidente della Repubblica. Mattarella, parlando ai giornalisti al termine delle consultazioni, ha annunciato che si “prenderà le prossime ore” per prendere una decisione. Una consuetudine, quella della pausa di riflessione che molti capi dello Stato sono soliti seguire, sia per riflettere sul da farsi sia per rispettare quella liturgia politica che immagina il presidente (anche se spesso non se ne ha bisogno) solo, nel suo studio a pensare sul da farsi. Non è il caso di Mattarella, che ha lasciato intendere come gli sia veramente necessario riflettere sulla strada da seguire e sulle indicazioni da dare. Non c’è dubbio che i contatti in queste ore continueranno, che il presidente della Repubblica cercherà una soluzione sentendosi con i protagonisti della politica, Pd in testa. Ma è altrettanto vero che se i nodi non verranno sciolti Mattarella deciderà. Partendo dal fatto – e in questo forse scontrandosi con il Pd, che vorrebbe andare a votare il prima possibile – che non possono esserci elezioni (chieste da molte forze politiche all’indomani del risultato referendario) se non si rendono omogenei i sistemi elettorali di Senato e Camera.

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Una esigenza “prioritaria”, ha detto Mattarella, per dare comunque in “tempi brevi”, ma senza salti nel buio, un esecutivo al Paese, ricordando che “di fronte a noi ci sono adempimenti, impegni, scadenze di carattere interno, europeo, internazionale”. La scelta del prossimo premier, ha ripetuto il capo dello Stato nelle consultazioni, deve avvenire tra le forze politiche presenti in Parlamento e considerando i rapporti di forza fra loro. Come dire, ancora una volta, tocca al Pd assumersi le sue responsabilità. In questo quadro continuano a salire le quotazioni del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni mentre sembrano essere in calo quelle del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Sta invece riprendendo quota la possibilità di un nuovo governo Renzi. Insomma una situazione ancora molto fluida. Ma non si può andare troppo in là, ne è consapevole per primo il presidente della Repubblica. Comunque non si andrà oltre lunedì, i provvedimenti sul terremoto e la soluzione del caso Mps (per dirne alcuni) incombono, così come si avvicina sempre più il 15 dicembre, data del Consiglio europeo.

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