Pillola 5 giorni dopo, stop a ricetta per minorenni. E scoppia la polemica

Pillola 5 giorni dopo, stop a ricetta per minorenni. E scoppia la polemica
10 ottobre 2020

Non sarà più necessario l`obbligo della prescrizione medica per dispensare alle minorenni ulipistral acetato (EllaOne), il farmaco utilizzato per la contraccezione di emergenza fino a cinque giorni dopo il rapporto. Lo ha stabilito l`Agenzia Italiana del Farmaco con la Determina n. 998 dello scorso 8 ottobre. “Si tratta di uno strumento altamente efficace per la contraccezione d`emergenza per le giovani che abbiano avuto un rapporto non protetto, entro i cinque giorni dal rapporto, – afferma il Direttore Generale di AIFA, Nicola Magrini – ed è anche, a mio avviso, uno strumento etico in quanto consente di evitare i momenti critici che di solito sono a carico solo delle ragazze. Voglio sottolineare che si tratta di contraccezione di emergenza e che non è un farmaco da utilizzare regolarmente”.

“Al momento dell`acquisto in farmacia – aggiunge Magrini – il farmaco sarà accompagnato da un foglio informativo che ha lo scopo di promuovere una contraccezione informata ed efficace ed evitare un uso inappropriato della contraccezione di emergenza. In questa ottica, AIFA svilupperà presto un sito ad hoc, con informazioni e indicazioni approfondite sulla contraccezione. La contraccezione, infatti, di cui la pillola anticoncezionale rappresenta una possibile opzione, consente a tutte le donne di programmare una gravidanza e, più in generale, la propria vita. Ricordo infine – conclude il Direttore Generale di AIFA – che il farmaco è dal 2017 nella lista dei farmaci essenziali dell`Organizzazione Mondiale della Sanità per questa indicazione, come parte dei programmi di accesso ai farmaci contraccettivi, e che le gravidanze nelle teenager sono un importante indicatore di sviluppo di una società, che va tenuto ai minimi livelli”.

Si tratta – sottolinea aifa – di una svolta per la tutela della salute fisica e psicologica delle adolescenti. La maggior parte delle gravidanze adolescenziali, infatti, non sono pianificate e molte terminano con un aborto. L`evento nascita nelle adolescenti si accompagna spesso a situazioni di rischio, connesse sia alla difficoltà della giovane madre di accedere ai servizi materno-infantili, sia a una serie di problematiche di notevole portata sul piano interpersonale e psicologico: le madri adolescenti, infatti, hanno non solo meno probabilità di portare a termine gli studi e di conseguenza una minore possibilità di occupazione e di futuro inserimento nel mondo del lavoro, ma anche maggiori probabilità di crescere i propri figli da sole e in povertà. La gravidanza adolescenziale, inoltre, è associata a un più elevato rischio di morbosità/mortalità perinatale.

Infatti, come evidenziato nel giugno 2020 nella Relazione al Parlamento del Ministro della Salute, secondo i dati 2018, “l`aumento dell`uso della contraccezione d`emergenza – levonorgestrel (Norlevo), la “pillola del giorno dopo”, e ulipistral acetato (EllaOne), la “pillola dei 5 giorni dopo” – ha inciso positivamente sulla riduzione delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG), che è in continua e progressiva diminuzione dal 1983″. Eliminare l`obbligo di ricetta per la contraccezione di emergenza per le minorenni intende favorire, dunque, il raggiungimento dell`ambiziosa meta della riduzione del tasso di concepimento sotto i 18 anni nel quadro di miglioramento, in particolare, della salute sessuale delle adolescenti e, più in generale, della salute pubblica.

“Accogliamo con soddisfazione la notizia che AIFA, con la Determina n.998 del 8 ottobre 2020, ha abolito l`obbligo per le minorenni della prescrizione medica per ottenere la contraccezione d`emergenza (CE) a base di Ulipristal acetato (la “pillola dei cinque giorni dopo”) – dichiarano Filomena Gallo e Mirella Parachini dell`Associazione Luca Coscioni e la ginecologa di Amica, Anna Pompili  -.  La letteratura scientifica – spiegano – evidenzia che facilitare l`accesso alla CE alle adolescenti è una misura sicura e affidabile, che non ha effetti negativi sull`uso della contraccezione continua nè incoraggia comportamenti sessuali a rischio. Tali evidenze giustificano la decisione di AIFA. Non è che un primo passo: ricordiamo infatti che l`accesso alla CE è ancora fortemente ostacolato da barriere di tipo economico e culturale, che devono essere abbattute; uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics, nel 2017, ha evidenziato come l`abolizione da parte della FDA delle restrizioni alla CE in base all`età non abbia abolito le difficoltà di accesso ai contraccettivi, più evidenti tra le fasce di popolazione a basso reddito. Ribadiamo il nostro impegno per la contraccezione gratuita, che rientra tra gli obiettivi dell`Associazione Luca Coscioni, ritenendo tale aspetto uno dei punti qualificanti per il servizio sanitario di un paese che rispetti i diritti della salute riproduttiva”.

La determina dell’Aifa, invece, non va giù al Forum famiglie. “Superficiale e irresponsabile, quest`autorizzazione è un`umiliazione per le donne: solo chi non ha mai vissuto sulla propria pelle la pesantezza di una scelta tanto delicata, fatta in preda al panico e alla paura delle conseguenze, può consentire una tale azione”: così la vicepresidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Emma Ciccarelli, in merito alla determina Aifa con cui viene a cessare l`obbligo di prescrizione della cosiddetta `pillola dei 5 giorni dopo` per le minorenni.

“La donna conosce le criticità e la drammaticità di una scelta così estrema, che lascia per tutta la vita ferite indelebili nel corpo e nell`anima. Non basta avvertire nel bugiardino che `non è un farmaco da utilizzare regolarmente` se poi le ragazze – minori e dunque, per la legge italiana, non in piena facoltà d`intendere e volere – vengono lasciate sole a se stesse. Questa non è libertà: è scaricare ancora una volta sulle donne, specie in una fase assai delicata qual è l`adolescenza, una responsabilità di tale portata. La libertà di accesso a questo farmaco per le minorenni equivale a mettere nelle loro mani un oggetto pericoloso e poi lavarsene le mani, favorire la deresponsabilizzazione a buon mercato, banalizzare la sessualità oltre che abdicare al compito educativo di noi adulti”, conclude Ciccarelli.

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