Premier time, Meloni in Senato: riforme, dazi e spesa militare al centro del dibattito
L’ultima volta del premier time è stata il 24 gennaio del 2024, oltre un anno fa, con un dibattito rovente nell’aula della Camera tra Patto di Stabilità e crisi del SSn. Oggi in Senato, la presidente del consiglio Giorgia Meloni dovrà risponderà di nuovo al question time. Un appuntamento chiesto con insistenza dalle opposizioni che puntano a sfruttare l’occasione per incalzare la premier sulle scelte del governo, dal riarmo, ai dazi, alle riforme, all’economia.
Tra i temi che i gruppi di minoranza metteranno sul tavolo, ci sono l’incremento della spesa militare italiana e la strada per raggiungerlo (M5S), la natura della “supposta special relationship” tra Meloni e il presidente Usa Donald Trump con la “corposa promessa di acquisto di gas liquefatto” su cui si chiede “quali misure il governo intenda adottare per neutralizzare in bolletta i maggiori costi” (Pd).
L’incontro tra i due, si afferma, aveva “l`obiettivo di ottenere la rimozione dei dazi” e da cui la presidente del consiglio “ritorna a casa senza aver conseguito alcun risultato apprezzabile se non ai danni dell`Italia” (Avs). E poi, il destino delle riforme (Iv) con Matteo Renzi che prenderà la parola in aula: “Giorgia Meloni è il presente dell`Italia.
E secondo me non è capace di guidare il Paese. E al question time glielo ricorderò gentilmente di persona. Voglio evitare che Giorgia Meloni sia il futuro dell`Italia”, ha scritto l’ex premier nella sua enews. “Non è affatto chiaro come questa solerzia nell’eseguire i compiti possa avere il qualsivoglia impatto positivo sul paese, pur volendo accedere all’approccio mercantilistico delle relazioni internazionali che evidentemente accomuna le due attuali amministrazioni, italiana e statunitense: né sui famigerati dazi, né sul ruolo dell’Europa nella trattativa diplomatica, né sull’approvvigionamento energetico per imprese e famiglie, né sul costo dell’energia e sulle questioni sociali emergenti, persistenti, ignorate e irrisolte: sanità, scuola, lavoro, previdenza sociale”, su cui il dibattito si annuncia infuocato.