Proteste in Myanmar, 100 morti in un solo giorno. Uccisi anche dei bambini

28 marzo 2021

Le violenze dell’esercito birmano nel Paese continuano a mietere vittime. Circa 100 morti nelle ultime 24 ore. In Myanmar da settimane sono in corso dimostrazioni di protesta contro il golpe del primo febbraio scorso, che ha portato di nuovo al potere una giunta militare. I manifestanti sono scesi in piazza a Yangon, a Mandalay e in altre città, malgrado l’avvertimento dell’esercito che in occasione della giornata delle Forze Armate avrebbe autorizzato i militari a sparare “alla testa e alla schiena”. Ci sarebbero anche tre bambini (di 5, 10 e 13 anni) fra le decine di persone uccise nelle proteste di oggi. Tra i morti anche Chit Bo Nyein, capitano della squadra di calcio Under 21 Hantharwady United.

E mentre l’esercito celebra la Giornata delle forze armate con una parata nella capitale, migliaia di persone sfidano la repressione della giunta in uno dei giorni più sanguinosi dall’inizio delle proteste. In un video, catturato da una telecamera di sicurezza, si vedono soldati che sparano senza aver subito provocazioni contro una motocicletta in un luogo dove non ci sono proteste: i militari hanno poi catturato un ferito, mentre altre due persone sono scappate. In un altro video, si vede un uomo piangere mentre con il figlio morto tra le braccia cerca di far entrare il cadavere nella sua automobile.

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La durissima mano dell’esercito era stata preannunciata ieri sera dalla televisione di Stato, che aveva messo in guardia i manifestanti dalla possibilità di essere colpiti “alla testa e alla schiena”. Il generale Min Aung Hlaing ha ribadito oggi la promessa di elezioni, ma senza indicare alcuna data, mostrando la massima determinazione a prevenire qualsiasi interruzione della celebrazione, che commemora l’inizio della resistenza all’occupazione giapponese nel 1945. A guidarla era stato il padre di Aung San Suu Kyi, tuttora agli arresti in una località segreta. Dall’inizio delle manifestazioni le vittime delle violenze delle forze armate sono almeno 400.

Le ambasciate dell’Unione Europea e del Regno Unito hanno condannato l’uccisione di”civili disarmati” in Birmania, in concomitanza con la Giornata delle forze armate della giunta. “Questa 76/a giornata delle forze armate del Myanmar rimarrà impressa come una giornata di terrore e disonore. L’uccisione di civili disarmati, compresi i bambini, è un atto indifendibile”, scrive sui social l’ambasciata Ue a Rangoon. L’ex potenza coloniale britannica ha anche affermato che le Forze di Sicurezza “si sono disonorate sparando a civili disarmati”.

L’Onu “scioccata”, denuncia “decine di morti”. “Riceviamo resoconti che parlano di decine di morti, fra cui anche bambini, e centinaia di feriti in 44 località, oltre ad arresti di massa – scrive l’organizzazioni -. Questa violenza aggrava l’illegittimità del colpo di Stato e la colpevolezza dei suoi dirigenti”. “Siamo sconvolti dal bagno di sangue” in Birmania che mostra come la giunta militare” sacrifica le vite della gente per mettersi al servizio di pochi – twitta il segretario di Stato americano, Antony Blinken -. Il coraggioso popolo della Birmania rifiuta il regno del terrore militare”.

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