Referendum, Re Giorgio in campo per aiutare Matteo. A sostegno del premier anche la Boschi

Referendum, Re Giorgio in campo per aiutare Matteo. A sostegno del premier anche la Boschi
6 luglio 2016

renzi boschi2Riecco Giorgio Napolitano. Il presidente emerito della Repubblica torna a parlare per sponsorizzare nuovamente la riforma costituzionale e spendersi per il sì al referendum d’ottobre sul Ddl Boschi. Così mentre il Capo dello Stato Sergio Mattarella, nell’interpretare il ruolo di garante delle Istituzioni e della Carta, preferisce tacere e non prendere posizione, il suo predecessore si cimenta nell’ennesima invasione di campo sulle prerogative del Quirinale. Napolitano avverte che “con questa riforma della seconda parte della Costituzione io mi sono rotto la testa per questi nove anni da Presidente della Repubblica” e ammonisce che al Quirinale, su quel dossier, ricevette “dalle forze politiche perfino giuramenti” che l’avrebbero approvata. Giorgio Napolitano torna così a spendere la sua autorità, sottolinea che il suo bis al Colle fu “al solo scopo di fare le riforme”, ed entra nel merito per osservare che “al di là dei perfezionismi che, dicono qua e là alcuni professori dovrebbero essere apportati al testo, ritengo che sia legittimo e auspicabile, e io me lo auguro fortemente, che la grande maggioranza dei cittadini non faccia ancora una volta finire nel nulla gli sforzi messi in atto in due anni in Parlamento”.

Il senatore a vita si rifà proprio alla stagione Costituente, “non un idillio” avverte, perché “non si deve cadere in certe forme di nostalgia” e “il momento magico della Costituente non duro’ a lungo” ma allora, ricorda, “si trovò una strada comune e si riuscì a mantenere quella unità fino al voto finale”. Tempi diversi, segnati dal passaggio tra Guerra Mondiale e Guerra Fredda, eppure “prevalse su tutto, nonostante nel mondo si formarono due blocchi e si fu indotti a scegliere da che parte stare, la necessità categorica di rimettere in piedi il Paese, prevalse il senso dell’interesse comune”. Del resto, annota Napolitano, “nella seconda parte della Costituzione, che dice come deve funzionare lo Stato democratico, l’opera dei padri costituenti non è stata perfetta e lo sapevano anche loro”.

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Anche Maria Elena Boschi ribadisce che “di fronte a una scelta così importante troverei singolare”, soprattutto per chi fa parte del mondo del lavoro e dell’impresa, “stare alla finestra. I liberi pensatori sono tutti contro le riforme e invece bisogna avere il coraggio di esporsi per un’idea diversa, ciò è molto apprezzabile, perché le riforme riguardano tutti noi”. Francesco Paolo Sisto (FI) però si chiede: “Renzi è proprio sicuro che Napolitano sia un buon testimonial per il sì al referendum? Perché l’ex presidente della Repubblica, ormai impegnato in una martellante campagna referendaria, è stato il protagonista, in negativo, di una tra le pagine più antidemocratiche della nostra storia repubblicana. Con lui è stata asfaltata la volontà popolare, ribaltato un governo scelto dagli elettori e steso un tappeto rosso all’arrivo di Monti”.

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