L’Arabia ospiterà l’Expo 2030: una sconfitta amara per Roma

L’Arabia ospiterà l’Expo 2030: una sconfitta amara per Roma
Il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman
28 novembre 2023

Nella prima votazione del Bureau International des Expositions (BIE), la capitale saudita, Riad, è stata scelta come sede dell’Expo Mondiale 2030, superando Busan, in Corea del Sud, e Roma, in Italia. La decisione è stata annunciata attraverso un tweet del BIE, rivelando che Riad ha ottenuto una schiacciante maggioranza di 119 voti su 165, mentre Busan ha ricevuto 29 voti e Roma solo 17. Il tema dell’Expo 2030 sarà “L’era del cambiamento: insieme per un domani lungimirante”, e l’evento si svolgerà da ottobre 2030 a marzo 2031. “Gli Stati membri del BIE eleggono l`Arabia Saudita come paese ospitante dell`Expo mondiale 2030! Congratulazioni Riad!”, scrive il Bureau. “Diamo il benvenuto al mondo nella nostra capitale Riad”: è quanto ha scritto il ministero degli Esteri saudita sul proprio account X dopo l’assegnazione dell’Expo 2030.

La sconfitta di Roma ha suscitato delusione e amarezza. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha ammesso la sconfitta, definendola una “brutta sconfitta”. Nonostante la delusione, Gualtieri ha elogiato il progetto romano come “bellissimo”, mentre l’ambasciatore Giampiero Massolo ha espresso preoccupazioni riguardo al processo decisionale, affermando che sembra privilegiare il “metodo transazionale” a scapito di quello “transnazionale”. Il ministro dello Sport Andrea Abodi ha risposto alla delusione affermando che, nonostante i numeri dimostrino un consenso consolidato per Riad, l’universalità di Roma non dipende necessariamente dall’esposizione universale. Ha sottolineato che Roma aveva un progetto qualitativo e ha esortato affinché il patrimonio costruito in preparazione per l’Expo trovi un’applicazione degna.

La delegazione italiana, guidata dal sindaco Gualtieri e con il sostegno di testimonial come Sabrina Impacciatore, Bebe Vio e Trudy Styler, ha fatto appelli intensi, ma la potente campagna della candidatura saudita ha conquistato il favore della maggioranza dei delegati. Nonostante l’amarezza per la perdita dell’opportunità di ospitare l’Expo, Roma ha dimostrato il suo impegno con un dossier che stimava la partecipazione di 150 nazioni e un afflusso di oltre 23,6 milioni di visitatori. Tuttavia, la vittoria schiacciante di Riad ha dimostrato che, almeno in questa occasione, i potenti mezzi dell’Arabia Saudita hanno avuto la meglio, suscitando preoccupazioni sulla direzione delle future decisioni internazionali.

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Le reazioni

“Se questo è quello che sceglie, a stragrande maggioranza, la comunità internazionale, significa che la scelta va al metodo transazionale, non transnazionale. Vale il principio dell’interesse immediato, vale il principio della deriva mercantile”: lo ha detto, dopo la dura sconfitta di Roma nella gara per Expo 2030, il presidente del Comitato promotore, ambasciatore Giampiero Massolo. “È pericoloso – ha continuato – oggi l’Expo, prima i mondiali di calcio, poi chissà le Olimpiadi… non vorrei che si arrivasse alla compravendita dei seggi in consiglio di sicurezza, perché se questa è la deriva io credo che l’Italia non ci debba stare”.

“Dispiace perché Expo sarebbe stato importante per il sistema Paese, purtroppo non siamo riusciti a farci valere e addirittura siamo sfilati al terzo posto. Questo è un peccato per il Paese e per la nostra Capitale”. Lo ha detto il presidente del M5s Giuseppe Conte commentando a caldo, nel corso del convegno “Rivoluzione Ecodigital, libertà energetica e giustizia climatica” a Palazzo Giustiniani, la notizia dell’assegnaizone di Expo 2030 a Riad.

“Forse, dal punto di vista politico – ha aggiunto Conte -, bisogna anche iniziare a pensare, al di là di questa esperienza che ci lascia l’amaro e il rammarico e ce lo lascerà per un po’ di tempo, che Roma è la Capitale d’Italia, è un patrimonio per tutti e probabilmente anche il quadro” attuale, “regolatorio, di tutela, di protezione di Roma non è sufficiente per valorizzarla appieno e questo deve essere un tema che deve riguardare tutte le forze politiche. Dobbiamo creare un regime speciale per Roma che le consenta di svolgere le funzioni di capitale d’Italia”.

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 “Un`occasione persa per Roma ma anche per Expo. Una candidatura nata male e sostenuta peggio. Che peccato”. Lo scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda.

“Congratulazioni all`Arabia Saudita ed al ministro Faisal bin Farhan per l`assegnazione dell’Expo 2030 a Riad. Con la candidatura di Roma abbiamo promosso nel mondo l`Italia. Presenteremo con orgoglio il Made in Italy nel nostro padiglione a Riad come ad Osaka nel 2025”, scrive su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo l’assegnazione dell’esposizione all’Arabia saudita.

“Non è che sia una grande sorpresa. Si sapeva da mesi che Riad avrebbe vinto l’Expo 2030. La sfida era tra Arabia Saudita e Corea, l’Italia con Roma non è mai stata in partita”. A dirlo è Flavio Briatore. “Si va avanti lo stesso – aggiunge – non c’è niente di cui stupirsi. In questo momento non possiamo competere con i sauditi e con la Corea: sono Paesi che hanno infrastrutture enormi, che hanno società che valgono triliardi. In questo momento, quasi tutti i Paesi europei sono fuori da quei giochi. Poi sicuramente si erano preparati bene ma hanno una potenza di fuoco incommensurabile. Nessun Paese europeo poteva essere competitivo”, conclude Briatore.

 

 

La vittoria di Riad per l’assegnazione di Expo 2030 “consolida” il ruolo “pionieristico e centrale” dell’Arabia saudita e “la fiducia internazionale di cui gode e che rende il regno una destinazione ideale per ospitare le più importanti manifestazioni internazionali”. Lo ha detto il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, che ha quindi “rinnovato la determinazione del Regno a presentare una versione eccezionale e senza precedenti nella storia” di Expo, “con i più alti livelli di innovazione, e a contribuire svolgendo un ruolo attivo e positivo per un domani luminoso per l’umanità”.

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“No, dalle informazioni che avevamo non ce lo aspettavamo, ma abbiamo imparato che contano altri valori”. Lo dice Massimo Scaccabarozzi, presidente della Fondazione Expo che unisce il sistema imprenditoriale di Roma, commentando la sconfitta della capitale ad Expo 2030. “La Corea ha preso i voti che doveva prendere, noi ne abbiamo presi meno rispetto a quelli che ci avevano detto che ci avrebbero votato. La cosa che mi dispiace, guardando al numero dei voti presi, è che mi aspettavo una presa di posizione europea più importante per un paese europeo come l’Italia”. Un voto comprato? “Non arrivo a dire questo ma credo che questo voto dimostri, come sta succedendo anche per altre manifestazioni, che c’è un potere economico molto importante e ne dovremo tenere conto”.

L’elezione di Riad come sede dell’Expo 2030 “fa parte del tentativo da parte dell’Arabia Saudita di cancellare la sua immagine sporca di sangue”. Lo afferma Duaa Dhainy, ricercatrice senior libanese presso l’Organizzazione europea saudita per i diritti umani (Esohr). L’Esohr era tra le 12 ong che nei mesi scorsi avevano scritto alla presidenza del Bie per chiedere l’esclusione dell’Arabia Saudita dalla corsa a causa della situazione dei diritti umani nel Paese. “Questa esposizione internazionale, la cui missione dovrebbe essere quella di tentare di trovare soluzioni alle sfide che l’umanità si trova ad affrontare, fornisce all’Arabia Saudita una copertura per le sue violazioni, che spaziano dalle esecuzioni alla tortura, dalla repressione della libertà di espressione e della società civile al nascondere le storie delle vittime della tirannia saudita”, scandisce Dhainy.

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