Riciclaggio, tra beni sequestrati a Roma ristorante Assunta Madre. Sei arresti

Riciclaggio, tra beni sequestrati a Roma ristorante Assunta Madre. Sei arresti
9 maggio 2017

Intestazione fittizia di beni, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro di provenienza illecita. Sono i reati di cui sono accusate le sei persone arrestate a Roma, due in carcere e 4 ai domiciliari, nel corso dell’operazione eseguita dalla squadra mobile della Questura di Roma e dai finanzieri del nucleo speciale polizia valutaria della Guardia di Finanza. Agli arresti Gianni Micalusi, detto Johnny, e Adriano Nicolini. Ai domiciliari Vito Francesco Genovese, Luciano Bozzi, Francesco Micalusi (foto) e Lorenzo Micalusi. Tra i beni sequestrati il ristorante Assunta madre, in pieno centro della Capitale. E ancora Metro Fish s.r.l. società di commercio all`ingrosso e dettaglio di prodotti ittici; il Centro ittico laziale s.r.l. società di commercio all`ingrosso e dettaglio di prodotti ittici e Papa Giulio s.r.l. società di gestione e conduzione di esercizi pubblici e di ristorazione. Sono stati sequestrati anche conti correnti bancari intestati a Francesco e Lorenzo Micalusi e a Vito Francesco Genovese. Sotto sequestro pure unità immobiliari intestate a Francesco Micalusi (a Roma) e a Lorenzo Micalusi (a Terracina), entrambe riconducibili al padre Gianni.

L`attività operativa si è concentrata sull`ascesa imprenditoriale di Gianni Micalusi, alias “Johnny”, pregiudicato per reati associativi, di natura anche mafiosa, delitti contro il patrimonio, usura ed estorsione aggravata, già coinvolto in contesti associativi e destinatario di misure di prevenzione a causa dei suoi rapporti mai cessati con esponenti di spicco della criminalità organizzata. Micalusi si è dimostrato capace di costituire numerose e redditizie attività commerciali, tra cui i rinomati ristoranti con il marchio “Assunta madre”, effettuando svariati investimenti immobiliari, il tutto avendo cura di intestare i beni a prestanome privi di risorse economiche per evitare di figurare come titolare effettivo, pur mantenendone saldamente la direzione. Le indagini hanno permesso di accertare come Micalusi, grazie alla collaborazione dei propri figli, utilizzati quali “teste di legno”, nonché da professionisti che hanno garantito l`apporto tecnico necessario per realizzare un`articolata rete societaria, sia riuscito formalmente a non apparire quale titolare delle attività, sottraendo, in questo modo, parte delle proprie disponibilità economiche all`applicazione di provvedimenti di sequestro.

In particolare proprio il timore di ulteriori provvedimenti ablativi di prevenzione, ha indotto Micalusi a creare innumerevoli società occultando la propria persona dietro una rigorosa intestazione fittizia delle quote sociali, di denaro e di beni immobili, in favore di familiari e di terzi di fiducia, quali i figli Francesco e Lorenzo, l`imprenditore Genovese, pur essendo lui l`effettivo titolare e nel contempo ricoprendo di fatto la carica di amministratore della persone giuridiche a lui riconducibili, avvalendosi del contributo causale del commercialista Luciano Bozzi, il quale partecipava alla pianificazione delle operazioni societarie nonché alla loro esecuzione. Anche la figura di Adriano Nicolini, direttore di una filiale romana della Banca del Fucino, ha assunto un rilievo investigativo e probatorio, con specifico riguardo alla propensione del suddetto a dissimulare la reale natura delle operazioni bancarie poste in essere per conto e nell`interesse di Micalusi, ricorrendo anche alla formazione di documentazione contabile fatta predisporre ad hoc e prelevando addirittura direttamente il contante, recandosi personalmente presso gli uffici di Micalusi, accordando poi modalità operative in palese contrasto con la specifica normativa di settore, e garantendo in tal modo la non tracciabilità dell`operazione.

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Le illecite attività sono state realizzate in un contesto associativo in cui sono maturati dei rapporti qualificati e privilegiati intrattenuti dall`indagato con esponenti della criminalità organizzata, come emerso nel corso delle indagini da intercettazioni telefoniche e ambientali. In particolare, determinante nel disegno criminoso è stato l`apporto fornito dal commercialista e dal direttore di banca, raggiunto dal provvedimento restrittivo per aver riciclato 890 mila euro circa provento derivante dalle attività illecite dell`indagato principale. L`attività illecita cui l`imprenditore è ricorso in questi ultimi anni è stata estremamente redditizia, consentendogli importanti investimenti immobiliari ed imprenditoriali, nonché permettendogli anche un`espansione oltre che in Italia, con l`apertura del ristorante Assunta Madre a Milano, anche all`estero, con l`avviamento di un ristorante a Londra e, successivamente, a Barcellona, pianificando ulteriori espansioni commerciali in Europa. Significativo in tal senso il contenuto di alcune intercettazioni, da cui si evince che il successivo passo sarebbe stato: “fare un`operazione a Montecarlo seria e importante..”. Gli accertamenti bancari effettuati sui conti correnti della rete delle società e dei prestanome, hanno permesso di ricostruire i flussi finanziari, rilevando come i proventi illeciti siano stati riciclati in attività imprenditoriali ed immobiliari.

 

 

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