Salvuccio Riina celebra il padre Totò sui social: l’eredità del “capo dei capi” tra like e polemiche

Totò Riina
Uno sguardo glaciale, il volto scolpito in un ritratto in bianco e nero. È l’immagine di Totò Riina, il “capo dei capi” di Cosa Nostra, morto in carcere nel 2017, che torna a far parlare di sé grazie all’ultima mossa del figlio Giuseppe Salvatore, detto Salvuccio. Terzogenito del boss, Riina junior ha scelto ancora una volta i social network per omaggiare la figura del padre, scatenando un fiume di commenti entusiastici e non poche polemiche.
L’asta del ricordo: il dipinto del “padrino”
Libero dopo aver scontato una condanna a 8 anni e 10 mesi per reati di mafia, Salvuccio ha pubblicato su Facebook e Instagram il ritratto paterno, annunciando un’iniziativa che sa di provocazione: un’asta per aggiudicarsi l’opera.
La proposta ha raccolto immediata adesione. “Bellissimo, ne voglio uno”, ha commentato un utente. “Grande uomo che non ha mai chinato il capo”, ha aggiunto un altro. E c’è chi, senza mezzi termini, ha esaltato il boss: “Unico e imbattibile”.
Tra rose rosse e memoria indelebile
Quella di Salvuccio non è una novità isolata. Già lo scorso novembre, il figlio di Riina aveva commemorato il padre con una foto incorniciata affiancata da due rose rosse, scrivendo: “Lui ha vissuto, vive e vivrà sempre in Noi e con Noi”. Un messaggio che, allora come oggi, ha raccolto centinaia di like e decine di omaggi, molti dei quali inneggianti a un presunto “codice d’onore” mafioso.
Ma se per alcuni Totò Riina resta un simbolo di “valori familiari”, per lo Stato e per le vittime della sua ferocia – dalle stragi del ’92 alle innumerevoli esecuzioni – quell’eredità è solo l’ombra di un crimine che non dovrebbe trovare spazio nella memoria pubblica.
La famiglia Riina tra social e appelli carcerari
A tenere alta l’attenzione sul clan è anche Concetta Riina, primogenita del boss, recentemente balzata alle cronache per un accorato appello a favore del marito, Tony Ciavarello, detenuto a Rieti. “Ha bisogno di cure urgenti e aspetta la carta d’identità da giugno”, ha denunciato, sollevando polemiche sulle condizioni carcerarie.
Una mobilitazione che, però, stride con il silenzio che la stessa famiglia ha mantenuto per anni sulle vittime della violenza paterna. E che riaccende la domanda: fino a che punto il mito del “grande uomo” può sopravvivere alla storia? Intanto, Salvuccio continua a postare. E il ritratto di Totò Riina, tra like e condivisioni, sembra destinato a un’asta che, al di là del valore artistico, ha già il sapore di una sfida.