Sars-Cov-2 potrebbe essere passato all’uomo già a ottobre

Sars-Cov-2 potrebbe essere passato all’uomo già a ottobre
8 maggio 2020

La pandemia di Covid-19 potrebbe essere iniziata già nel mese di ottobre, secondo le ultime ricerche sulla composizione genetica del coronavirus. Si ritiene che il patogeno, formalmente noto come SARS-CoV-2, abbia fatto il salto dall’ospite iniziale agli umani tra il 6 ottobre e l’11 dicembre dell’anno scorso, secondo uno studio in procinto di essere pubblicato sulla rivista scientifica Infection, Genetics and Evolution di cui dà conto oggi il South China Morning Post. I risultati si basano sull’analisi di oltre 7.000 sequenze di genomi raccolte da tutto il mondo da gennaio. Esaminando l’evoluzione delle mutazioni, i ricercatori dell’University College di Londra e dell’Università della Reunion sono stati in grado di riavvolgere i loro orologi molecolari a un punto di partenza comune. E di identificare le principali mutazioni del coronavirus, che ha continuato ad evolversi da quando ha fatto il salto nell’uomo.

Sulla base delle informazioni della prima intera sequenza del genoma del coronavirus – pubblicata da un laboratorio a Shanghai a gennaio – e di altre analisi del genoma, gli scienziati avevano precedentemente concluso che la SARS-CoV-2 molto probabilmente aveva fatto il salto verso l’uomo attraverso un animale intermedio a novembre. Ma quando è stato condotto l’ultimo studio, alla fine del mese scorso, i ricercatori avevano accesso a molte più informazioni tramite piattaforme di condivisione dei dati e hanno potuto esaminare l’emergere della diversità genomica nel tempo. Pur individuando variazioni nelle mutazioni e nelle fasi evolutive dei virus studiati, il team è stato in grado di determinare il loro antenato comune più recente (MRCA), che a sua volta ha dato loro la nuova stima per l’inizio della crisi sanitaria globale. “Queste date per l’inizio dell’epidemia sono ampiamente in accordo con le precedenti stime eseguite su sottoinsiemi più piccoli dei dati genomici di Covid-19 usando vari metodi di calcolo, anche se dovrebbero comunque essere presi con una certa cautela”, sottolineano i ricercatori.

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Nella maggior parte dei paesi, tra cui Gran Bretagna, Stati Uniti e Irlanda, la diversità genetica dei campioni riflette essenzialmente la diversità globale, suggerendo che le epidemie locali provenivano da introduzioni indipendenti del virus. Tuttavia, la Cina, dove è stata segnalata per la prima volta l’epidemia, è la principale eccezione a questo modello, in cui è possibile trovare solo una parte della diversità globale. “La diversità genomica di SARS-CoV-2 globale che viene individuata in più paesi indica una vasta trasmissione mondiale di Covid-19, probabilmente fin dall’inizio della pandemia”, secondo lo studio. Gli autori hanno anche osservato che 198 siti all’interno del genoma del virus sembravano aver subito mutazioni ricorrenti e indipendenti, oltre l’80% delle quali ha provocato cambiamenti a livello proteico. In particolare, le mutazioni di quattro posizioni sono ricorse in modo indipendente più di 15 volte, il che ha suggerito che il virus potrebbe probabilmente adattarsi ai suoi ospiti umani. Dunque, mentre il dibattito sull’origine del virus continua, ci sono prove crescenti che suggeriscono che la pandemia potrebbe essere iniziata prima di quanto noto.

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