Scontri tra migranti e profughi al confine tra Grecia e Turchia

29 febbraio 2020

La Turchia ha aperto i suoi confini lasciando uscire circa 18mila migranti diretti verso l’Europa e continuerà a mantenere i confini aperti nei prossimi giorni. L’annuncio è del presidente turco Recep Tayyip Erdogan secondo cui Ankara non può “far fronte a una nuova ondata di rifugiati” dalla Siria. “Lo diciamo da tempo che non siamo obbligati ad accettare un tale numero di rifugiati. Ci avete promesso assistenza, ma non fate nulla, quindi abbiamo aperto i nostri confini ieri. Sono passati già 18mila migranti e oggi il numero sarà 25-30mila e non chiuderemo le nostre porte perchè la Ue deve mantenere la parola data” ha detto Erdogan in un convegno del suo partito Akp a Istanbul.

Non a caso è ripreso dalla Turchia il flusso di migranti verso i confini con la Grecia. Nuovi sbarchi a Lesbo: l’isola greca che ospita diversi campi profughi ed è al collasso. E la situazione non può che peggiorare se la Turchia non gestirà, come da accordi con Bruxelles, il flusso di migranti provenienti dalla Siria. La Grecia ha annunciato di aver bloccato quattromila persone che volevano entrare “illegalmente” nel Paese dalla Turchia, mentre le immagini in arrivo dal confine mostrano la polizia greca che lancia lacrimogeni sulla folla. “Il governo farà tutto quel che serve per proteggere i suoi confini”, ha detto il portavoce dell’esecutivo Stelios Petsas precisando che nelle ultime 24 ore le forze dell’ordine hanno impedito sconfinamento di 4mila persone.

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Il cambio di passo di Ankara arriva dopo l’escalation della tensione con Damasco in seguito all’uccisione di 34 soldati turchi nella provincia Nord-occidentale siriana Idlib. Nel marzo 2016, il governo di Ankara ha firmato un’accordo con l’Unione Europea che si è impegnata a pagare alla Turchia 6 miliardi di euro per la gestione dei migranti siriani nel Paese che si affaccia sul Bosforo. Secondo l’agenzia stampa Anadolu, “i rifugiati, tra cui donne e bambini, stanno marciando in gruppi verso i villaggi sul confine partendo da diversi punti della provincia”. In particolare, sottolinea l’agenzia “è stato notato un aumento sensibile di flusso nelle prime ore di oggi venerdì con migranti a bordo di bus e taxi”.

Sarebbe stato ordinato alle forze dell’ordine turche che controllano le frontiere, sia marittime che terrestri, di non bloccare i profughi. Al momento non c’è conferma ufficiale da parte delle autorità. In passato Erdogan in più occasioni aveva minacciato di mandare in Europa tutti i rifugiati siriani ospitati nel Paese. Immediata la reazione di Bruxelles. L’Unione europea si aspetta da Ankara il “rispetto degli impegni” presi nell’ambito del patto sui migranti concluso nel 2016. Lo ha dichiarato oggi la Commissione, reagendo alle dichiarazioni di un alto responsabile turco che ha minacciato di non bloccare più i migranti che desiderano raggiungere l’Europa. “Dal nostro punto di vista, l’accordo è sempre valido e ci aspettiamo pertanto dalla Turchia che rispetti i suoi impegni”, ha affermato un portavoce, Peter Stano, in un punto stampa quotidiano. Ankara ha chiesto il sostegno della comunità internazionale dopo la morte di almeno 33 soldati turchi nei bombardamenti compiuti dalle forze di Damsco sostenute da Mosca. Per ottenere quest’appoggio, un alto funzionario turco ha brandito la minaccia di un nuovo flusso migratorio verso l’Europa.

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Ma la Commissione non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale da parte delle autorità turche in tal senso, ha proseguito il portavoce, che ha precisato che l’Ue sta attualmente monitorando i movimenti dei rifugiati. Nel marzo 2016, Turchia e Ue hanno concluso un accordo sui migranti che ha fatto calare drasticamente il numero degli arrivi in Grecia. Il patto prevede in cambio di aiuti finanziari, il rinvio sistematico dei migranti in Turchia, e delle misure da parte di Ankara per evitare che si aprano nuove rotte migratorie dal suo territorio in direzione dell’Ue. Ma Atene e l’Ue hanno notato un aumento degli arrivi negli ultimi mesi.

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