Premio César a Polanski, e le star lasciano cerimonia

29 febbraio 2020

Consegnati i César 2020, l’equivalente francese dei premi Oscar. “I Miserabili” di Ladj Ly ha vinto come Miglior Film, mentre Roman Polanski si è aggiudicato il premio come miglior regista per “L’ufficiale e la spia”. Dopo l’annuncio, alcune attrici hanno abbandonato la sala per proteste: la prima è stata Adéle Haenel, che l’anno scorso ha accusato il regista del suo primo film (Christophe Ruggia) di averla molestata quando aveva 12 anni. Anche Celine Sciamma, regista di “Ritratto della giovane in fiamme”, ha lasciato la premiazione. Roman Polanski aveva annunciato che non avrebbe partecipato alla cerimonia perché temeva per la sua sicurezza e voleva evitare “un tribunale autoproclamato”. Oltre al regista, l’intero cast del film ha deciso di disertare la cerimonia.

E così, varie attrici hanno lasciato la cerimonia per i premi César, gli Oscar francesi, dopo che Roman Polanski, una leggenda del cinema condannato negli Usa per lo stupro di una tredicenne nel 1977, ha vinto il premio per migliore regista. Il César è finito nell’occhio del ciclone dopo che l’ultimo film di Polanski, “L’ufficiale e la spia” ha ottenuto 12 nomination. Il regista franco-polacco è fuggito dagli Usa negli anni Settanta a seguito della condanna ed è stato oggetto in seguito di altre accuse di molestie sessuali. “L’ufficiale e la spia”, in francese “J’accuse”, è un film sull’affare Dreyfus, che sconvolse la Francia alla fine dell’Ottocento, e ieri sera ha vinto tre premi. Polanski e il cast della pellicola non hanno partecipato alla cerimonia e l’anziano regista ha detto di temere “un linciaggio” da parte degli attivisti. Il premio per il miglior film è stato vinto da “Les Misérables” di Ladj Ly.

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L’attrice Adèle Haenel, che ha rivelato di essere stata abusata da bambina da un altro regista, è una delle donne che ha lasciato la sala dopo l’annuncio della vittoria di Polanski. E’ uscita gridando “vergogna!” seguita dalla regista Céline Sciamma. L’attrice e comica Florence Foresti, che presentava la cerimonia, non è tornata sul palco dopo l’annuncio del premio a Polanski e ha poi pubblicato su Instagram una storia in cui appare uno schermo vuoto e la parola “disgustata”. Poche ore prima dell’inizio della cerimonia il ministro francese della Cultura Franck Riester aveva detto che sarebbe stato “simbolicamente negativo” se Polanski avesse vinto il premio per il migliore regista, “alla luce della posizione che dobbiamo rendere contro la violenza sessuale e sessista”.

La decisione di onorare Polanski con un César ha provocato l’ira della femministe, che hanno protestato in massa ieri sera fuori dalla sala che ha ospitato la cerimonia e hanno chiesto di boicottare il premio. L’intero direttivo del César si è dimesso qualche settimana fa e dopo la cerimonia di ieri è in programma un’assemblea per il rinnovo del consiglio, che dovrà riformare e rinnovare il premio. Il ministro della Pari Opportunità francese Marlène Schiappa si era già espressa contro la nomination del film di Polanski, sostenendo che ritiene “impossibile che una sala si alzi in piedi e applauda un uomo accusato più volte di violenza sessuale”. Ma il direttivo del César si è difeso dicendo che “non spetta a noi prendere decisioni morali” nell’attribuizione del premio.

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A dicembre lo stesso Polanski ha detto a Paris Match: “Per anni la gente ha tentato di farmi passare per un mostro. Sono abituato alle calunnie ho la pelle dura, dura come un guscio”. A settembre “J’Accuse” ha vinto il gran premio della giuria al Festival del Cinema di Venezia. Due mesi dopo l’ex attrice francese Valentine Monnier ha accusato Polanksi di uno stupro e assalto “estremamente violento” avvenuto nel 1975, quando lei aveva 18 anni, l’ultima di una serie di accuse di violenza sessuale contro il regista. Nonostante le ombre sul regista “J’accuse” è stato un grande successo in Francia ed è piaciuto al pubblico di altri Paesi europei.

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