Sequestrati beni per 1,6 mld agli imprenditori Virga, vicini a ‘Addiopizzo’. L’associazione: “Li abbiamo esclusi in tempi non sospetti”

Sequestrati beni per 1,6 mld agli imprenditori Virga, vicini a ‘Addiopizzo’. L’associazione: “Li abbiamo esclusi in tempi non sospetti”
8 luglio 2015

Oltre un miliardo e 600 milioni di euro. A tanto ammontano i beni che la Direzione investigativa antimafia di Palermo ha sequestrato ai fratelli Virga, imprenditori del settore calcestruzzo originari di Marineo, in provincia di Palermo. Beni immobili e mobili, rapporti bancari, e imprese per oltre un miliardo e 600 milioni di euro, come detto, riconducibili ai fratelli Carmelo, Vincenzo, Anna e Francesco Virga, imprenditori originari della provincia di Palermo. Il sequestro, rappresenta, per valore complessivo, uno dei piu’ ingenti mai operati. I Virga sarebbero legati al mandamento mafioso di Corleone, ma in passato, secondo la Dia, avrebbero cercato di nascondere le loro attività illecite collaborando con l’associazione antiracket Addiopizzo, denunciando diversi tentativi di estorsione ai loro danni e costituendosi parte civile nei processi. Il generale Adelmo Lusi, vicedirettore operativo della Dia, su Addiopizzo: “E’ un istituto che potrebbe anche favorire intenzioni illecite ma è positivo perché consente a persone che si vogliono spogliare dei loro beni, anche magari per conflitto d’interessi, potrebbe però essere uno strumento valido per sottrarsi alle indagini e agli approfondimenti investigativi”. Da Addiopizzo hanno inoltre chiarito che da anni si era deciso di non includere più le imprese del gruppo Virga nell’associazione.Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Palermo – sezione misure di prevenzione, scaturisce da una proposta d’iniziativa del direttore della Dia. Il colonnello Riccardo Sciuto, capo della Dia di Palermo.”Siamo arrivati a bloccare questi beni, questo patrimonio, questa famiglia e questo sistema di spartizione”.

LA REPLICA DI ADDIO PIZZO “In merito alla misura di prevenzione disposta dal Tribunale di Palermo nei confronti delle imprese del gruppo Virga, proprio per i fatti che stanno alla base del sequestro odierno, da anni Addiopizzo aveva ritenuto non opportuno includere nella rete di consumo critico antiracket quelle societa’. Tale scelta e’ stata compiuta in tempi non sospetti e nonostante gli operatori economici avessero sporto delle denunce per degli episodi estorsivi”. Lo afferma l’associazione Addiopizzo in merito al maxi sequestro da 1,6 miliardi agli imprenditori Virga che si erano avvicinati alle associazioni antiracket in linea, secondo gli investigatori, con una strategia che serviva ad allentare i controlli. Erano giunti anche a denunciare estorsioni a fronte delle quali e’ stata data, “tramite Libero Futuro, assistenza processuale”. “Nulla di piu’ e’ stato fatto – aggiunge Addiopizzo – e soprattutto il protocollo di trattamento impiegato e seguito in stretto raccordo con organi investigativi e autorita’ giudiziaria, non ha mai visto pubblicizzare tali storie, ne’ tantomeno agli occhi dell’opinione pubblica, come simboli dell’antiracket o modelli di denuncia”. Come dimostra questa storia, “l’attivita’ di assistenza alla denuncia e’ un terreno di lotta molto duro e delicato su cui e’ possibile imbattersi in storie difficili, scomode, paradossali e border line. Cio’ non toglie pero’ che sia comunque cruciale prestare assistenza nei processi a chi decide di denunciare, affinche’ non sia esposto a rischi di isolamento e ritorsioni, senza illudersi nei confronti di tali soggetti che per diverso tempo hanno condiviso relazioni ed interessi con le organizzazioni mafiose”.

ALFANO  “E’ una grande operazione che ha portato al sequestro di trust, beni immobili e mobili registrati, rapporti bancari e imprese per un valore complessivo di un miliardo e seicento milioni di euro. Questo straordinario risultato e’ stato possibile grazie all’ottimo lavoro della Direzione Investigativa Antimafia di Palermo che ha portato avanti complesse e articolate indagini economico-patrimoniali, coordinate dalla magistratura palermitana e dalla Procura Distrettuale Antimafia. E’ uno dei piu’ ingenti sequestri mai operati fino ad oggi. Ancora una volta si conferma vincente la strategia di aggressione patrimoniale come elemento essenziale della lotta alle mafie”. Cosi’ il ministro dell’Interno, Angelino Alfano.

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