Si inizia sempre prima a funare, 4% prova e-cig alle elementari

Si inizia sempre prima a funare, 4% prova e-cig alle elementari
2 novembre 2021

Si inizia a fumare prima e spesso lo si fa con la sigaretta elettronica, sempre più popolare tra i giovanissimi, che sembrano preferirla al tabacco tradizionale, sebbene non sia priva di rischi per la salute, ancora in parte non conosciuti, e rappresenti spesso la “porta di ingresso” verso il fumo tradizionale.

L’allarme arriva dalla Società italiana di malattie respiratorie infantili (Simri). Secondo un sondaggio dell’Istituto superiore di sanità (maggio 2021) ben il 37.5% degli studenti tra 14 e 17 anni ha già avuto un contatto con il fumo da tabacco, il 41,5% con la sigaretta elettronica e di questi ben il 20,1% ha cominciato proprio con le e-cig e il 2,3% con i dispositivi a tabacco riscaldato. Ma a che età si inizia esattamente? Il 43,4% dei ragazzi ha provato le sigarette elettroniche già alle scuole medie ma c’è un 4,1% che lo ha fatto già alle elementari. Prima si inizia più è difficile smettere, spiegano gli esperti, perché il cervello degli adolescenti è più sensibile alle proprietà farmacologiche della nicotina, pertanto i ragazzi sviluppano più facilmente dipendenza rispetto agli adulti. Non a caso, quanto più precoce è il consumo di tabacco, tanto più bassi sono i tassi di successo nello smettere di fumare.

Tra gli adolescenti americani la prevalenza dello svapo di nicotina ha superato l’uso di tabacco combustibile nel 2014 e dal 2017 al 2018 lo svapo tra gli studenti delle scuole superiori è aumentato astronomicamente del 78%. Dati che fanno parlare di vera e propria epidemia. Anche in Italia le sigarette elettroniche sono sempre più popolari tra gli adolescenti come dimostra uno studio condotto su un campione di 170mila studenti italiani di 2251 scuole superiori, di età compresa tra i 15 e 19 anni: più della metà ha fumato almeno una sigaretta, però la prevalenza di chi ha fumato tabacco almeno una volta nella vita si è ridotta tra il 2012 (60,9%) e il 2018 (56,9%), mentre è balzata dal 32,9% (2013) al 52% (2018) la quota di chi ha utilizzato almeno una volta una e-cig.

“Non è ancora chiara la progressione e la prospettiva del fenomeno del fumo elettronico tuttavia i danni immediati sono a livello delle vie respiratorie, come la suscettibilità all’asma e alla bronchiolite obliterante” sottolinea Massimo Landi, pediatra della Asl città di Torino e vicepresidente della Simri. “Sappiamo che il fumo da tabacco favorisce l’adenocarcinoma del polmone e potrebbe essere così anche per il fumo elettronico. Per chi fuma tabacco, passare al fumo elettronico potrebbe non comportare maggiori rischi rispetto a quelli già fatti dalla sigaretta tradizionale, ma per chi non ha mai fumato si apre la porta all’esposizione a sostanze tossiche che sicuramente porterà dei danni, ma che ad oggi sono ancora da indagare- avverte Landi- Bisogna prestare attenzione soprattutto per la fascia adolescenziale”. E’ un panorama complesso quello del fumo elettronico.

“Non esistono infatti solo le sigarette. I dispositivi elettronici per la somministrazione della nicotina sono ormai di diversi tipi, e, molti di questi device, permettono di svapare altre sostanze diverse da quelle presenti nel fumo di tabacco, come il tetra-idrocannabinolo, con implicazioni ben più importanti del fumo classico”, aggiunge Landi. Il vicepresidente Simri sottolinea come “inoltre, i livelli di nicotina sono in gran parte aumentati nei prodotti per lo svapo nel corso degli anni. Ad esempio, i nuovi dispositivi pod-mods jull impiegano sali di nicotina che permettono di erogare in brevissimo tempo concentrazioni di nicotina estremamente elevate, fino all’equivalente di due pacchetti di sigarette convenzionali”.

Perché ai ragazzi le e-cig piacciono così tanto? “La disponibilità di numerosi aromi rappresenta il cavallo di battaglia dell’industria delle e-cig- racconta Maria Elisa Di Cicco, pediatra e consigliera Simri – È risaputo, infatti, che una vasta scelta di aromi incentiva il primo utilizzo di tabacco negli adolescenti, motivo per cui la vendita di sigarette tradizionali aromatizzate è vietata da anni, mentre sono diffuse ancora a macchia di leopardo le restrizioni relative alla possibilità di aromatizzare i liquidi delle sigarette elettroniche, lasciando libertà all’industria di far leva su un fattore che è cruciale per attrarre i giovani all’utilizzo, pubblicizzando aromi ‘naturali’, sempre nuovi, che incoraggiano la sperimentazione e mantengono viva la curiosità”.

Inoltre “grazie agli aromi è possibile ridurre la sensazione di asprezza che si sperimenterebbe invece con il solo uso di nicotina- continua Di Cicco- oltre ad accentuare la percezione da parte degli adolescenti che la sigaretta elettronica sia meno dannosa di quanto non sia realmente. Ed è proprio questo il messaggio veicolato massivamente dalla pubblicità attraverso i media e i social network: la sigaretta elettronica è proposta come alternativa più salutare, più economica e più pulita rispetto alle sigarette tradizionali e il messaggio è talmente ben veicolato che molti adolescenti non sono nemmeno a conoscenza del fatto che le e-cigs possono contenere nicotina”. (Dire)

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