Sit in di negozianti a Palazzo Chigi: “Siamo in ginocchio”

4 maggio 2020

Una trentina di manifestanti – titolari di negozi, parrucchieri, ristoratori – si sono dati appuntamento questo pomeriggio a piazza Colonna, davanti a Palazzo Chigi, per chiedere al governo misure più efficaci per fronteggiare la crisi economica dovuta alla chiusura delle attività commerciali per l’emergenza coronavirus. “Aiuto. I negozi muoiono. State facendo morire il commercio. Per i nostri figli e nipoti”, è la scritta sull’unico cartello decorato con fascette tricolore. Lo tiene in mano un parrucchiere: “C’è una crisi enorme – dice – e loro non danno una mano, solo parole. Qui ci sono categorie che stanno soffrendo e loro dicono che dobbiamo aspettare ma siamo in ginocchio, abbiamo i giorni contati, non c’è più tempo, siamo in ginocchio”.

Raccontano di essersi auto-organizzati convocando il sit in su facebook ma il dispiegamento di polizia e carabinieri fa pensare che le forze dell’ordine si attendevano, in questa prima giornata della fase 2, una manifestazione più ampia. “Dovevamo essere molti di più ma gente che oggi doveva stare qui si è svenduta a Patuanelli”, lamentano. Piazza Colonna è blindata, i manifestanti vengono allontanati dall’altra parte di via del Corso. Assicurano di non avere colore politico ma criticano il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e uno di loro si chiede: “C’è qualcuno di Fratelli d’Italia qui? Quando scendono?”.

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“Io – spiega un commerciante con mascherina e toni da comizio – parlo per il popolo. Abbiamo bisogno del governo, quando il governo ci ha chiesto aiuto gliel’abbiamo dato, oggi è il governo che deve darlo a noi. Siamo qui pacificamente. Questo presidente è abusivo, se io apro la saracinesca vengono i vigili e mi chiudono perché sarei abusivo. La stessa cosa dovrebbe fare lui, deve andare via”. I poliziotti li invitano a disperdersi, anche perché non mantengono le distanze di sicurezza e molti non indossano la mascherina o non la indossano correttamente. Loro chiedono di poter incontrare un politico, uno qualsiasi.

Ma è lunedì, il premier Conte è impegnato in una videoconferenza internazionale con Ursula Von Der Leyen e altri leader e la vicina Montecitorio è praticamente deserta. Ne nasce qualche discussione con le forze dell’ordine ma poi un manifestante interviene a fare da paciere: “I poliziotti si trovano tra l’incudine e il martello. Il governo ci mette contro questa povera gente che prende 1000 e 1500 al mese”. “Ci fosse stato un parlamentare che in questo momento di crisi abbia detto `ci tagliamo lo stipendio’. State nelle vostre ville a 40mila euro al mese”, dice un giovane barman che racconta di aver perso il lavoro a causa del lockdown.

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