Sparatoria in un aereoporto della Florida, 5 morti e 13 feriti. Sospetto interrogato

Sparatoria in un aereoporto della Florida, 5 morti e 13 feriti. Sospetto interrogato
7 gennaio 2017

Almeno cinque morti e 13 feriti trasferiti in ospedale. E’ questo il bilancio della sparatoria di ieri all’aeroporto internazionale Fort Lauderdale-Hollywood, il secondo più grande nel Sud della Florida dopo quello di Miami. Il sospetto – l’unico – è stato catturato ma il suo movente resta ancora un mistero. Per questo si continua a indagare mentre lo Swat team – poliziotti specializzati ad affrontare situazioni altamente rischiose come la liberazione ostaggi – è ancora sul posto. Per questo nessun aereo può atterrare o decollare. Mentre il governatore Rick Scott si trasferiva a Fort Lauderdale per essere aggiornato, il presidente americano Barack Obama veniva informato dell’accaduto. In un tweet il presidente eletto Donald Trump ha scritto che stava “monitorando la situazione terribile” e che aveva parlato con Scott.

GUERRE STELLARI Stando a un tweet dello sceriffo della contea Broward, Scott Israel, una telefonata di allerta era arrivata alle 12.55 (le 18.55 in Italia). Il fuoco è stato aperto nell’area ritiro bagagli (priva di controlli di sicurezza) del Terminal 2 da un ragazzo con un’età di 26 anni. Stando ai testimoni oculari sentiti da Msnbc, l’uomo indossava una maglietta della celebre saga cinematografica di Guerre stellari; la polizia lo ha catturato “senza sparare alcun colpo”, ha spiegato lo sceriffo, aggiungendo che l’Fbi lo sta interrogando. Il suo nome è Esteban Santiago: nato in New Jersey, sembra sia un ex riserva militare Usa. Va detto tuttavia che le forze dell’ordine stanno controllando per capire se la sua carta di identità è valida. Lo sceriffo non ha voluto dire se il ragazzo fosse arrivato sul posto a bordo di un aereo o entrando direttamente nell’area bagagli ma secondo fonti di Cnn aveva viaggiato su un volo proveniente dall’Alaska. Aveva con sé l’arma usata dentro il suo bagaglio.

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SECONDO SOSPETTO Non è chiaro se avesse viaggiato con l’arma o se l’avesse afferrata da qualche parte dopo essere arrivato al Terminal 2. Lo scontro a fuoco ha seminato il panico: “Tutti stanno correndo”, aveva scritto su Twitter Ari Fleischer, ex portavoce del presidente George W. Bush che si trovava nello scalo al momento della sparatoria. Ciò è stato confermato da video amatoriali che circolano sui social media, in cui si sentono grida e si vedono bagagli abbandonati. Fleischer ha poi spiegato con un cinguettio che la situazione sembrava tornata sotto controllo anche se la polizia non stava permettendo a nessuno di lasciare l’aeroporto, che è stato chiuso come da prassi causando ritardi. Dalle 15 (le 21 in Italia) la Federal Aviation Administration ha deciso che i voli da e per Fort Lauderdale non erano permessi. Alcuni in arrivo nello scalo a 30 chilometri da Miami e vicino a Port Everglades, il porto usato dalle crociere, erano già stati dirottati altrove. A un certo punto si era temuta la presenza di un secondo sospetto quando intorno alle 14.30 (le 20.30 in Italia) qualcuno diceva di avere sentito altri spari; la polizia ha passato al setaccio un garage annesso all’aeroporto, evacuandone il primo piano, ma lo sceriffo Israel ha garantito che non ci sono stati altri spari oltre a quelli associati alla tragedia. Infatti, ha detto, “l’aeroporto è ora sicuro”.

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COMPAGNIA AEREA L’area bagagli protagonista della sparatoria è usata da Delta Air Lines e Air Canada. L’amministratore delegato della compagnia aerea americana, Ed Bastia, ha fatto le condoglianze alle famiglie colpite dalla tragedia e ha ringraziato chi è intervenuto immediatamente sul posto per mettere al sicuro passeggeri e dipendenti. Quelli di Delta sono tutti salvi e stanno cercando di rispondere alle esigenze di chi si è ritrovato costretto a cambiare i propri piani di viaggio. Spiegando che “la sicurezza sta al centro dei valori” del gruppo, Delta ha offerto la possibilità di cambiare i piani di volo dei suoi clienti senza alcun costo aggiuntivo. L’ultima sparatoria di rilievo avvenuta in un aeroporto americano risale al 2013: un uomo armato con un fucile d’assalto e 100 munizioni iniziò a sparare ai controlli di sicurezza dell’aeroporto internazionale di Los Angeles (California) uccidendo un dipendente della Transportation Security Administration, l’agenzia federale proposta ai controlli negli scali.

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