Strage di Milano. L’accusa dei magistrati: siamo isolati

Strage di Milano. L’accusa dei magistrati: siamo isolati
10 aprile 2015

È il momento del dolore e del ricordo. Nell’affollata Aula Magna del tribunale di Milano l’Associazione nazionale magistrati piange le tre vittime della follia di Claudio Giardiello. Ma l’occasione si trasforma presto in un attacco alle istituzioni, in particolare la politica, colpevoli di aver lasciato soli i magistrati e chi opera nel settore della giustizia. Il primo a lanciare l’accusa è il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli (foto), che intervistato da Radio anch’io commenta la strage di Milano: “In un momento di forte tensione sui magistrati e su tutta la giurisdizione, di fronte a quei morti non possiamo non fare una riflessione sulla solitudine in cui siamo stati lasciati, con gravi falle nella sicurezza. Troppe tensioni si concentrano sulla giustizia in questa epoca di crisi: bisogna respingere ogni forma di discredito della giurisdizione, tema richiamato ieri dal Capo dello Stato”.  Poi, durante l’Assemblea dell’Anm, ribadisce il concetto: “Le tre persone cadute hanno un valore drammaticamente simbolico della solitudine in cui è lasciata la giustizia, che comprende magistrati, avvocati e i cittadini che entrano tutti i giorni nei tribunali. Siamo sgomenti per la violenza che colpisce un palazzo che è l’antitesi della violenza. Serve rispetto verso la giustizia che è la pre-condizione per contenere la rabbia. Bisogna ripartire da zero sulla giustizia, sul ruolo dei magistrati e degli avvocati, che hanno bisogno della fiducia delle istituzioni per avere i mezzi, la forza e la capacità di dare risposte alle tensioni”.

Ma Sabelli non è solo. Anche il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini parla di di solitudine: “I magistrati non possono essere lasciati soli. La magistratura milanese, insieme alle istituzioni e ai cittadini, ha dato una risposta ferma, addolorata e costernata ma serena. Questa è Milano e ci rappresenta tutti, rappresenta il nostro Paese”. Legnini ha quindi espresso “vicinanza e cordoglio per il dolore dei familiari della vittime: un giudice, Fernando Ciampi, che da ieri rappresenta tutti i magistrati italiani che fanno il loro dovere e che spesso sfuggono all’attenzione della pubblica opinione. L’avvocato, Claris Appiani che simboleggia una nuova generazione di avvocati che danno un contributo fondamentale alla giustizia e Giorgio Erba che con disciplina partecipava all’udienza di ieri”.

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