Tentato rapimento bimba, è scontro tra Orlando e procura Ragusa. La mamma: “Questa legge mi fa vomitare”

Tentato rapimento bimba, è scontro tra Orlando e procura Ragusa. La mamma: “Questa legge mi fa vomitare”
21 agosto 2016

santancheMonta la polemica sul caso del tentato rapimento di una bimba sulla spiaggia nei pressi di Ragusa, il cui presunto responsabile, Ram Lubhay di origini indiane immigrato clandestinamente in Italia, è stato preso dai Carabinieri e poi rilasciato dall’autorità giudiziaria. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha fatto sapere di aver predisposto un approfondimento sulla vicenda ma il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, ha espresso il proprio disappunto: “Se ho sentito bene oggi in tv, il ministro della Giustizia avrebbe annunciato di voler approfondire il caso sulla vicenda del tentato rapimento di una bimba di 5 anni”, ha affermato. “Rientra nei suoi poteri – ha aggiunto Petralia -, ma avrei gradito una dichiarazione di solidarietà nei confronti di un magistrato che applica la legge e fatta segno di pesanti e volgari offese”. La controreplica del Ministero della Giustizia non si è fatta attendere: da parte del Guardasigilli, si esprime “stupore” per l’intervento del procuratore ragusano e si ribadisce che “il ministro ha chiesto all’ispettorato di approfondire la vicenda e aspetta l’esito di queste verifiche”. Intanto, per la prima volta parla la madre della bambina in un’intervista a NewsMediaset. “Questa legge mi fa vomitare. Mi trovavo sul lungomare, a risalire le scale. La bambina – ricorda la donna – era già salita con mio marito. Un’amica mi ha fatto notare che la mia bimba era in braccio a uno straniero che la teneva molto stretta a sé, con il faccino quasi sotto la sua ascella, proprio bloccata a lui”. “La paura è stata tanta. Ieri siamo stati risentiti, speranzosi che questa persona venisse anche solo espulsa dall’Italia. Voglio solo dire – conclude – che io vomito davanti alla legge italiana. Perché ho compreso che è stata applicata proprio la legge nei minimi particolari. Ci è stato detto che non ha concluso il reato: lo dovevamo perdere di vista per poter dire che si stava portando via la nostra bambina. Si è fermato perché noi l’abbiamo fermato”.

LA STORIA Catturato dai carabinieri poco dopo il presunto tentativo di sequestro della bimba di 5 anni, lo scorso 16 agosto sul lungomare di Scoglitti (Ragusa), l’indiano di 43 anni Ram Lubhaya, è stato messo in libertà dal sostituto procuratore di Ragusa, Giulia Bisello, che ha deciso “di non convalidare il fermo”. Lo chiarisce l’avvocato Biagio Giudice, legale di fiducia dell’indagato, che al momento risulta solo denunciato a piede libero. Per il pm non ci sarebbero stati i presupporti giuridici per confermare il fermo dei carabinieri, in quanto il reato contestato non era il sequestro ma il tentativo di sequestro. L’indiano, dunque, è stato rimesso in libertà sulla base del rapporto che il magistrato ha ricevuto dai militari dell’Arma, ritenendo di non dover ascoltare l’uomo. Dopo il clamore mediatico, le reazioni polemiche sul social network e la psicosi di alcuni cittadini che hanno tempestato di chiamate il 112, il pm avrebbe deciso di approfondire il caso, chiedendo ai carabinieri di rintracciare l’indiano, che è senza fissa dimora e senza permesso di soggiorno, per poterlo interrogare. I militari dell’Arma lo hanno scovato, dopo due giorni di ricerche, in un casolare, in compagnia di altri extracomunitari. Ieri è stato quindi condotto in caserma a Vittoria per l’interrogatorio, alla presenza del suo avvocato. Il pm ha sentito anche i genitori della bambina e alcuni testimoni. E alla fine, in nottata, il magistrato ha deciso di confermare la sua linea, senza emettere alcun provvedimento. L’indiano dunque rimane indagato a piede libero. “Con l’interrogatorio di ieri sera si è chiusa questa prima fase – aggiunge l’avvocato Giudice – In sede di processo cercheremo di dimostrare l’estraneità del mio assistito all’ipotesi di reato contestato”.

Leggi anche:
Morte Regeni, 007 imputato partecipò alle indagini

GASPARRI “Quanto accaduto su una spiaggia di Ragusa, con il tentativo per fortuna fallito di rapimento da parte di un immigrato nei confronti di una bimba di cinque anni, è inquietante. Ma ancora più assurdo è il fatto che a giorni di distanza l’indiano individuato come autore del gesto sia ancora libero perché il magistrato non ha rinvenuto gli estremi per giustificare il fermo. Ma stiamo scherzando? Funziona così la giustizia in Italia? Se l’immigrato fosse riuscito nel suo intento allora si sarebbe potuto procedere con la carcerazione. Poiché è stato fermato dalle urla della gente, allora è come se non avesse mai commesso nulla. Che vergogna!”. Così il senatore di Fi Maurizio Gasparri. “Si usa la carcerazione preventiva anche solo sulla base di qualche intercettazione e poi di fronte a un fatto accaduto sotto gli occhi di tutti non si agisce. Ma il Csm e anche il ministro della Giustizia non hanno nulla da dire sull’operato del magistrato che ha lasciato in libertà un criminale? È vero o non è vero che l’indiano risulta essere un pregiudicato, che ha commesso altri reati e che doveva essere espulso dal nostro paese da tempo? Su questa vicenda andremo fino in fondo. Ho già presentato un’interrogazione per vederci chiaro. La faciloneria con cui certa magistratura agisce è intollerabile”.

Leggi anche:
Piantedosi: scioglimento Comuni mafia, nuove formule allo studio

SANTANCHE’ “L’indiano che ha provato a rapire una bambina di 5 anni nel ragusano è di nuovo libero. Prima rilasciato, poi riascoltato, poi rilasciato di nuovo. Il pm è in preda alla schizofrenia più totale con buona pace della famiglia di quella povera bimba che si ritrova quel delinquente ancora per strada oppure è ansia di consenso mediatico?. Cosa dicono il ministro Orlando e il Csm?”. Lo afferma  Daniela Santanché (foto) di Forza Italia.

MELONI “L’indiano che ha provato a rapire la bambina di 5 anni in una spiaggia siciliana è stato di nuovo liberato, dopo essere stato interrogato, e ora è di nuovo a zonzo. Nell’Italia di Renzi e Alfano funziona così: un clandestino pregiudicato tenta di rapire una bambina, ma per la legge italiana non può essere né arrestato né espulso e dobbiamo tenercelo libero di girare per le nostre città a fare i suoi porci comodi. Quando manderemo a casa i pagliacci che ci governano reintrodurremo il reato di immigrazione clandestina e la certezza della pena e follie come queste non succederanno più”. Lo scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

CALDEROLI “Mi attendo che il presidente della Repubblica, vista l’immobilità del Csm e del Ministro della Giustizia, intervenga di persona, nella sua qualità di presidente del Csm, e intervenga subito sulla vergognosa vicenda di Vittoria, dove un immigrato clandestino, con gravi precedenti penali, per droga e furto, un immigrato che aveva già un foglio di espulsione, è stato rimesso in libertà da un magistrato della procura di Ragusa che ha deciso di non convalidare il fermo nonostante l’immigrato poche ore prima avesse tentato di rapire una bambina”. E’ quanto chiede Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato e Responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord. “Secondo il magistrato in questione trattandosi ‘solo’ di un tentato rapimento non c’erano gli estremi per il fermo nonostante la gravità del reato e gli altrettanto gravi precedenti penali di questo immigrato clandestino, cui è stata ridata immediatamente la libertà, vanificando in questo modo il lavoro difficile è pericoloso delle forze dell’ordine che lo avevano catturato. A questo punto auspico – prosegue Calderoli – un immediato intervento del Csm, per aprire un procedimento disciplinare nei confronti di questo magistrato”.

Leggi anche:
Fiumicino, Fassino indagato per il furto al duty free

MALAN “L’Italia è davvero il paese della cuccagna, avrà pensato l’indiano rapitore di una bambina, scandalosamente liberato per la seconda volta da un giudice. Come è possibile negare il pericolo di ripetizione del reato? Il messaggio passerà sicuramente anche all’estero: se vuoi essere mantenuto e delinquere, vieni in Italia”. Lo scrive in una nota, il senatore Lucio Malan di Forza Italia. “Non finisci neppure in carcere, se non per poche ore – aggiunge Malan -. Il guaio è che anche il magistrato autore della liberazione, non pagherà mai le conseguenze della sua decisione, neppure se l’uomo dovesse rapire altri bambini. Tra l’inerzia del CSM e la legge beffa sulla responsabilità civile dei giudici, così come stravolta da emendamenti del governo Renzi, nessun magistrato sarà mai realmente punito, a differenza di qualunque altro cittadino che commetta gravi errori nel suo lavoro”.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti