Ancora una tragedia nel canale di Sicilia: 29 immigrati morti per il freddo (VIDEO)

Ancora una tragedia nel canale di Sicilia: 29 immigrati morti per il freddo (VIDEO)
9 febbraio 2015

Sale ancora il bilancio delle vittime dell’ennesima tragedia del mare nel Canale di Sicilia: gli immigrati morti assiderati, infatti, sono saliti a 29. I corpi dei migranti, che erano a bordo di un’imbarcazione con 106 persone soccorsa nella notte dagli uomini della Guardia Costiera italiana, si trovano a bordo di due motovedette che stanno raggiungendo in queste ore Lampedusa. Onde alte fino a 8 metri e mare 7 da nord ovest. E nonostante le condizioni proibitive del mare, non si fermano i traffici di esseri umani dalla Libia. Con le drammatiche condizioni del mare, e a rischio della propria incolumità, gli equipaggi di due motovedette della Guardia costiera di Lampedusa, come detto e con a bordo personale medico del CISOM, hanno risposto alla chiamata di aiuto e dopo aver raggiunto il barcone sono riusciti a trarre in salvo gli occupanti. Sul posto, il Centro nazionale di soccorso della Guardia costiera di Roma ha inizialmente dirottato la nave Bourbon Argos presente in zona, che ha atteso l’arrivo delle motovedette offrendo riparo con il proprio scafo. Successivamente il mercantile è stato impiegato per ricercare un altro eventuale barcone, segnalato da alcuni familiari alle autorità spagnole. L’arrivo delle 2 motovedette a Lampedusa, previsto inizialmente nella mattinata di oggi, è ritardato a causa del maltempo che sta imperversando nel Canale di Sicilia e che rende la navigazione particolarmente difficoltosa. In supporto, il Centro nazionale di soccorso della Guardia costiera, che sta coordinando le operazioni, ha inviato altre 2 motovedette.

LA CRONACA Tutto è iniziato la notte scorsa, quando due motovedette della Guardia Costiera sono salpate da Lampedusa alla volta di un barcone stracarico di extracomunitari segnalato di fronte alle coste della Libia. A bordo dell’imbarcazione c’erano 105 persone che sono state trasbordate sui mezzi italiani prima che questi facessero rotta verso Lampedusa. Qui i soccorritori hanno fatto la prima scoperta: per sette persone, il freddo del Canale di Sicilia era stato fatale. Le difficili condizioni del mare, con onde alte una decina di metri, la pioggia e il vento freddo ha resto la traversata delle motovedette estremamente difficile. Durante il viaggio, altri 22 immigrati non hanno retto, e sono giunti senza vita a Lampedusa. Sulla maggiore delle Pelagie, gli uomini della Guardia medica hanno prestato immediatamente soccorso ai superstiti, che presentavano sintomi di ipotermia, mentre da Palermo l’Asp ha predisposto un piano d’intervento.

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IL MEDICO Il dottor Pietro Bartolo, direttore sanitario di Lampedusa si è definito “sconvolto” per questa nuova tragedia, e non ha esitato a puntare il dito contro “Triton”, il nuovo intervento di controllo delle frontiere marittime supportato da 28 Paesi dell’Unione Europea, che ha sostituito il dispositivo “Mare nostrum”. “Con l’operazione ‘Mare Nostrum’ forse questa tragedia si poteva evitare – ha detto il medico – . Si vanno a recuperare così a largo i migranti per poi portarli sulla terraferma, senza poterli immediatamente mettere al sicuro a bordo delle navi della Marina”. Sbarcati sul molo Favaloro, i cadaveri sono stati sistemati sulla banchina prima di essere custoditi nella vecchia aerostazione, in attesa di lasciare l’isola a bordo di una nave non prima di mercoledì. Soltanto uno dei morti non sarebbe morto per assideramento, ma per un violento trauma alla testa, sulle cause del quale si cercherà di fare luce. Nel frattempo, un superstite è stato trasferito in elisoccorso a Palermo, mentre altri sei sono stati ricoverati nel poliambulatorio di Lampedusa con sintomi d’ipotermia.

LE POLEMICHE In molti puntano il dito contro le nuove regole operative. “Il governo Renzi e la sua maggioranza hanno deciso di cancellare Mare Nostrum, un programma che funzionava e salvava vite. Triton non è sufficiente, basta contare le vittime”, ha detto il deputato di Sel Erasmo Palazzotto, della commissione Esteri di Montecitorio. “La pura sorveglianza delle coste operata da Triton non può arrivare a salvare in situazioni di emergenza i tanti disperati che vogliono raggiungere l’Europa”, ha dichiarato la deputata Milena Santerini, del gruppo parlamentare ‘Per l’Italia-Centro Democratico’, firmataria nei mesi scorsi di una mozione a favore dei rifugiati e della revisione del Trattato di Dublino. “I 29 morti di freddo, oggi, in mezzo al Mediterraneo sono il tragico frutto dell’abolizione di Mare Nostrum voluta da Renzi, Salvini e dall’Europa. Queste morti si sarebbero potute evitare con il pattugliamento delle acque internazionali che veniva prima garantito e che oggi non c’è più, perché il programma Triton prevede l’arretramento delle navi”, ha detto Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea. [aggiornato alle 19:51]

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