Trump non molla: resterò ricandidato anche se sarò condannato

Trump non molla: resterò ricandidato anche se sarò condannato
Donald Trump
11 giugno 2023

Donald Trump ha assicurato essere determinato a mantenere la propria ricandidatura alla Casa Bianca anche in caso di condanna per i reati che gli vengono contestati. “Non mi ritirerò mai”, ha detto Trump in un’intervista a Politico.com a bordo del suo aereo. “Questi sono teppisti e degenerati che mi inseguono”, ha detto Trump sul procuratore speciale Jack Smith e il suo ufficio che sostengono le accuse nei suoi confronti. “Nessuno – ha affermato ancora – vuole essere incriminato. Non voglio essere incriminato. Non sono mai stato incriminato. Ho attraversato tutta la mia vita, ora vengo incriminato ogni due mesi. È chiaramente un’azione politica”.

 

Sfratterò presidente corrotto

 

Nel suo primo discorso pubblico da quando è stato incriminato da un gran giurì federale, l’ex presidente Usa Donald Trump ha utilizzato le accuse penali contro di lui per promuovere la sua rielezione. “Il 5 novembre 2024 ci opporremo all’establishment politico corrotto, sfratteremo un presidente totalmente corrotto, Joe Biden, dalla Casa Bianca, e finiremo il lavoro che abbiamo iniziato!” Trump ha detto alla convention del partito repubblicano della Georgia. “Se non è me che stanno perseguitando, è qualcun altro, e quella persona non sarà in grado di resistere al fuoco”, ha detto. “Perché quel fuoco non si ferma solo con me, quel fuoco continuerà contro qualsiasi conservatore, qualsiasi repubblicano, chiunque diverso da loro, perché vogliono il potere ma in realtà vogliono distruggere il nostro paese. Io credo questo”. 

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L’ex presidente, di fronte a una platea di più di 2.000 persone, ha aggiunto: “Alla fine, non stanno dando la caccia a a me. Stanno dando la caccia a voi, e io sono solo in mezzo alla loro strada”. “L’accusa ridicola e infondata nei miei confronti da parte del Dipartimento per l’ingiustizia dell’amministrazione Biden diventerà uno dei più orribili abusi di potere nella storia del nostro paese”, ha detto. “Molte persone l’hanno detto, lo hanno anche detto i democratici. Questa feroce persecuzione è una parodia della giustizia”. Ieri il procuratore speciale Jack Smith ha reso pubblico un atto d’accusa federale contro Trump, accusato di aver elaborato un piano per mantenere in suo possesso materiale sensibile relativo al suo periodo alla Casa Bianca, anche se sapeva che molti documenti erano classificati. L’accusa afferma che Trump non solo ha nascosto documenti riservati, ma ha anche mentito agli agenti federali e agli investigatori sul suo coinvolgimento.

 

Contestati 31 casi di violazione dell’Espionage Act

 

Martedì Trump si consegnerà alle autorità per la seconda volta in tre mesi, dopo l’incriminazione da parte della corte di Manhattan. Alle tre di pomeriggio è atteso alla corte federale della Florida, lo Stato dove si trova il suo resort, e dove, dal giorno che ha lasciato la Casa Bianca, Trump risiede. I procuratori federali hanno contestato a Trump 31 casi di violazione dell’Espionage Act, legge introdotta nel 1917. I 31 casi contestati all’ex presidente riguardano i documenti riservati che Trump ha tenuto nel suo resort in Florida. Tra questi, informazioni delicate sulle capacità militari e nucleari di Paesi stranieri, briefing della Casa Bianca e informazioni sui Paesi che hanno appoggiato gli attacchi terroristici contro americani e forze militari degli Stati Uniti.

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E’ stato proprio il procuratore speciale Jake Smith, infatti, a confermare che l’ex presidente è incriminato per aver “violato la sicurezza nazionale” e per aver preso parte a un tentativo per “ostacolare la giustizia”. “La violazione dei segreti militari da parte di Trump ha messo gli Stati Uniti in pericolo” ha detto Smith. “Le leggi di questo Paese sono la nostra salvezza e devono essere applicate, le leggi valgono per tutti”, ha aggiunto.

Donald Trump, in pratica, è accusato di aver fornito dettagli su un “piano di attacco” del Pentagono e aver condiviso mappe segrete sull’operazione militare. È quanto emerge dai documenti depositati dal procuratore speciale Jack Smith per l’incriminazione dell’ex presidente. “Trump ha mostrato e descritto un “piano di attacco” che ha detto era stato preparato per lui dal Dipartimento della Difesa. Trump ha detto alle persone che erano con lui a Bedminster, New Jersey, nel luglio del 2021, che il “piano era confidenziale e segreto”.

 

Primo presidente con accuse federali 

 

 Donald Trump è il primo ex presidente nella storia americana ad affrontare accuse federali. Accuse, scrive il New York Times, che mettono gli Stati Uniti in una “posizione straordinaria dato che Trump non solo è un ex presidente ma è anche il front runner alla nomination repubblicana alle elezioni 2024 che potrebbe trovarsi ad affrontare Joe Biden, la cui amministrazione sta ora cercando di incriminarlo”.

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