Uccisa al cimitero di Catania, arrestato il figlio militare

Uccisa al cimitero di Catania, arrestato il figlio militare
31 maggio 2017

Arrestato con l’accusa di omicidio aggravato a Catania il sottufficiale della Marina militare Angelo Fabio Mata’. E’ accusato di avere ucciso la madre 59enne, Maria Concetta Velardi, nel cimitero del capoluogo etneo, il 7 gennaio del 2014. L’uomo e’ stato incastrato dalle prove biologiche rilevate nel luogo dell’omicidio. Mata’ era tra i sospettati ed era stato indagato assieme ad altre persone. Il movente sarebbe legato a dissidi familiari con la madre. La vedova Velardi fu trovata con la testa fracassata da un grosso masso di pietra lavica, a pochi metri dalla cappella di famiglia. A denunciare il ritrovamento fu proprio il figlio 44enne che racconto’ di avere soccorso la madre, di avere toccato la grossa pietra, sporcandosi le mani di sangue e di avere chiesto aiuto a un custode che poi avviso’ la polizia. Agli investigatori della mobile spiego’ che intorno alle 17 era andato a prendere un caffe’ al bar e che quando era tornato aveva trovato la madre per terra, fuori dalla cappella, dove pero’ aveva lasciato, in modo ordinato, le sue scarpe. Fu escluso subito la rapina perche’ la donna aveva indosso una collana e un suo bracciale fu trovato vicino al masso. Maria Concetta Velardi era una donna molto abitudinaria: tutti i giorni andava al cimitero per pregare sulla tomba del marito Angelo e del figlio Lorenzo, morto nel 2009 per un male incurabile. Gia’ qualche giorno dopo il delitto le indagini della polizia furono indirizzate anche sul figlio, indagato assieme ad altre quattro persone, poi uscite di scena dall’inchiesta: due presunti ‘spasimanti’ della vedova e una coppia di romeni che frequentava il cimitero. Il figlio ha sempre sostenuto la sua estraneita’ ai fatti ed esposto la tesi che al delitto avesse partecipato anche una donna e che ad assassinare la madre fossero stati in due. Per questa ragione aveva chiesto (negata dal Tribunale) la riesumazione della salma per verifiche su ferite alla schiena della vittima per verificare se fossero state provocate da unghiate.

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