Ue dichiara guerra al traffico di migranti: presto un piano

Ue dichiara guerra al traffico di migranti: presto un piano
3 gennaio 2015

Alla luce della nuova emergenza migranti lasciati alla deriva sulle navi Ezadeen e Blue Sky M., l’Ue dichiara guerra a questi traffici, sottolineando la necessità di “azioni decisive e coordinate a livello europeo”. L’annuncio di un piano anti-traffico di migranti arriva dal commissario Ue all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos. “I trafficanti stanno trovando nuove rotte verso l’Europa e stanno utilizzando nuovi metodi per sfruttare la disperazione di gente che tenta di fuggire da situazioni di conflitti e guerra”, ha dichiarato ieri sera il commissario. Avramopoulos ha fatto esplicito riferimento ai casi delle due imbarcazioni abbandonate in alto mare, alla deriva, verso le coste italiane.

“E’ inutile dire – ha aggiunto – che la lotta a questo traffico sarà una priorità nell'”approccio globale alla migrazione”, un piano che sarà presentato a tempo debito. Ci muoveremo con impegno e determinazione”. Il Commissario si è congratulato con la Guardia costiera italiana e Frontex che, “nella cornice dell’operazione congiunta Triton, hanno salvato centinaia di migranti in difficoltà”. Per questo, ha detto ancora Avramopoulos, “dobbiamo agire contro queste spietate, criminali organizzazioni. Non dobbiamo permettere ai contrabbandieri di mettere a rischio la vita della gente su vecchie navi, abbandonate, lasciate in balia di condizioni metereologiche pericolose”.

Intanto, continuano ad essere allarmanti  i numeri forniti dall’Agenzia europea per le Frontiere, Frontex, secondo cui il conflitto in Siria, la situazione in alcuni Paesi del continente africano e del Medio Oriente sono le principali cause di instabilità della sponda sud del Mediterraneo. Sono stati 270.000 i migranti arrivati in Europa nel 2014, quasi il 60% in più rispetto all’anno precedente, e Italia e Grecia sono state le principali vie di ingresso. Complessivamente sono stati 170.000 i migranti arrivati sulle coste italiane; dopo l’Italia, sono stati Grecia, Bulgaria, Ungheria e Spagna le principali via di accesso all’Ue. G. Nov.

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