Usa 2020, Trump incassa altre sei sconfitte legali nella battaglia sui ricorsi

Usa 2020, Trump incassa altre sei sconfitte legali nella battaglia sui ricorsi
Donald Trump
5 dicembre 2020

Il 14 dicembre potrebbe essere il giorno in cui Joe Biden venga eletto 46esimo presidente degli Stati Uniti. Infatti, quel giorno, nel corso della riunione del Collegio Elettorale, è previsto l’ok definitivo, assegnando 306 voti elettorali al nuovo capo della Casa Bianca. Poi è previsto un ultimo ulteriore passaggio, cioè la ratifica del voto del collegio elettorale da parte del Congresso che si riunirà in sessione congiunta di Camera e Senato il prossimo sei gennaio. Intanto, oggi è un’ennesima giornata nera per il team legale di Donald Trump che ha incassato sei nuove sconfitte legali nella battaglia dei ricorsi contro i risultati delle elezioni Usa 2020. Sconfitte che allungano l’ormai lunga lista di pareri, oltre 40, contrari espressi anche da giudici conservatori e, in alcuni casi, da giudici federali nominati dallo stesso presidente, fa notare oggi Politico.

La sequela di sconfitte delle ultime 24 ore annovera la decisione della Corte Suprema del Wisconsin che non ha accettato la richiesta di invalidare le elezioni senza prove stringenti di frode e quella di un giudice dell’Arizona su una richiesta simile. Un giudice del Nevada poi ha definito confuse e non persuasive le ragioni presentate dal team di Trump, affermando che non vi sono “credibili prove del fatto che in Nevada le elezioni siano state compromesse da frodi”. In uno dei casi più importanti, un ricorso in Georgia dei controversi avvocati Sidney Powell e Lin Wood per l’ispezione delle macchine elettorali, i tre giudici della Corte d’appello, tra i quali Andrew Brasher, nominato da Trump, hanno deciso all’unanimità di rigettare il caso senza neanche ascoltare i richiedenti. Anche in Michigan una corte d’appello statale ha rigettato il ricorso di Trump per bloccare la certificazione dei voti. Infine in Minnesota, stato in cui Joe Biden ha vinto con ampio margine ma era nel radar di Trump, la Corte Suprema statale ha rifiutato la richiesta di un riconteggio.

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Intanto, anche la California ha certificato i risultati delle elezioni presidenziali, assegnando i suoi 55 voti elettorali a Joe Biden che così supera ufficialmente la soglia dei 270 voti elettorali necessari per diventare presidente. Il presidente eletto ha infatti raggiunto 279 voti elettorali, mentre gli Stati non hanno ancora completato la ratifica dei risultati delle elezioni, procedura che solitamente viene considerata una pura formalità ma che invece quest’anno sta attirando grande attenzione dal momento che Donald Trump non ha riconosciuto la sconfitta ed ha avviato ricorsi legali negli Stati chiave.

Trump, frattanto, vola oggi in Georgia per un comizio a sostegno dei due candidati repubblicani al Senato impegnati nel ballottaggio che il 5 gennaio deciderà le sorti della Camera alta del Congresso. Se vincono i dem, il partito potrà contare sul controllo completo di Capitol Hill e l’agenda di Joe Biden potrà marciare senza intoppi. Si tratta di una partita decisiva, dove sono in gioco anche il futuro dello stesso Trump e la sua capacità di mobilitare la base repubblicana. Una sfida nella quale i dem hanno già lanciato Barack Obama, che ieri ha tenuto un primo comizio virtuale mentre nelle stesse ore il vicepresidente Mike Pence compariva ad Atlanta a fianco dei due candidati repubblicani.

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