Usa e Ucraina siglano accordo sui minerali. E Russia avverte: “Cause conflitto complesse per soluzione rapida”

Putin ha rivelato la presenza di volontari francesi nelle forze russe, denominati “Normandie-Niemen” in omaggio a un reparto della Seconda guerra mondiale

In un momento di alta tensione geopolitica, gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno firmato un accordo strategico per istituire il Fondo di Investimento per la Ricostruzione Stati Uniti-Ucraina, garantendo a Washington accesso privilegiato alle risorse naturali del Paese in guerra. Tra le risorse coinvolte figurano minerali critici come alluminio e grafite, oltre a petrolio e gas naturale. L’intesa, che arriva mentre la Russia ribadisce la sua posizione sul conflitto, potrebbe ridisegnare gli equilibri energetici e geopolitici della regione.

Un fondo per la ricostruzione e l’accesso alle risorse

L’accordo, annunciato dal Dipartimento del Tesoro americano e ratificato il 30 aprile a Washington, prevede la creazione di un fondo di investimento gestito congiuntamente da Kiev e Washington su base paritaria. Il fondo sarà alimentato dal 50% dei proventi derivanti dalle nuove licenze per progetti nel settore minerario ed energetico. “Questo partenariato economico consente ai nostri due Paesi di collaborare per accelerare la ripresa economica dell’Ucraina”, si legge in una nota del Tesoro USA.

Volodymyr Zelensky e Donald Trump

La vicepremier ucraina Yulia Svyrydenko, che ha firmato il documento insieme al segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, ha definito l’accordo “un passo cruciale per il successo di entrambi i Paesi”. Il premier ucraino Denys Shmyhal ha chiarito che il fondo non prevede alcun obbligo di debito per Kiev, che manterrà il pieno controllo sulle sue risorse naturali, infrastrutture e sottosuolo. Gli aiuti militari futuri degli Stati Uniti potranno essere destinati al fondo, ma quelli già erogati restano esclusi.

Mosca fredda: “Le cause del conflitto richiedono tempo”

La Russia ha accolto l’accordo con scetticismo. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha frenato ogni ipotesi di una rapida risoluzione del conflitto, affermando che le “cause di fondo” sono troppo complesse per essere risolte in tempi brevi. “Ci sono molte sfumature da considerare”, ha dichiarato Peskov, aggiungendo che Mosca intende “vincere” per tutelare i propri interessi nazionali.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha invece accusato gli Stati Uniti di “sfruttare la ricchezza di un Paese in via di estinzione” per finanziare gli aiuti militari. “Ora le forniture militari dovranno essere pagate con la ricchezza nazionale dell’Ucraina”, ha dichiarato, citato da Sky News.

Fronte militare e diplomazia sotto pressione

Sul campo, il conflitto rimane acceso. Il ministero della Difesa russo ha annunciato la conquista del villaggio di Novoye nella regione di Donetsk, mentre il governatore della regione di Kherson, Vladimir Saldo, ha riferito di un attacco ucraino con droni ad Aleshky che ha causato la morte di 7 civili e il ferimento di oltre 20 persone. Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato bombardamenti russi su Kharkiv, Dnipro e Dobropillya, chiedendo agli alleati occidentali di fornire maggiori difese aeree e di esercitare pressioni su Mosca per fermare i raid.

In un discorso a sorpresa, il presidente russo Vladimir Putin ha rivelato la presenza di volontari francesi nelle forze russe, denominati “Normandie-Niemen” in omaggio a un reparto della Seconda guerra mondiale. Parallelamente, Russia e Corea del Nord hanno avviato la costruzione di un ponte transfrontaliero, simbolo di un’alleanza sempre più stretta. Secondo fonti sudcoreane, circa 600 soldati nordcoreani sarebbero stati uccisi e oltre 4.000 feriti durante le operazioni nella regione russa di Kursk.

Prossimi passi e incognite diplomatiche

L’accordo USA-Ucraina dovrà ora essere approvato dal parlamento ucraino. Mentre Kiev e Washington guardano a un futuro di cooperazione economica, il Cremlino continua a respingere ogni ipotesi di pace rapida. “Le vie pacifiche sono preferibili, ma finora non c’è stata alcuna reazione da parte di Kiev”, ha concluso Peskov, lasciando aperta la porta a negoziati, ma solo a condizioni favorevoli a Mosca.