Vaticano-Cina, ripresi i contatti. Parolin: “Una pagina inedita della storia”

Vaticano-Cina, ripresi i contatti. Parolin: “Una pagina inedita della storia”
Cardinale Pietro Parolin
28 agosto 2016

suore-cattoliche-cinesiUna “nuova stagione nei rapporti” tra Santa Sede e Cina, per la quale ci sono “molte speranze e attese”, sarebbe a beneficio “dell’intero Paese”, oltre che della stessa pace mondiale. E le eventuali ed auspicate relazioni diplomatiche sarebbero “funzionali” al bene “di tutto il popolo cinese” e “all’armonia dell’intera società”. Un passo, questo, per cui occorre anche il “perdono reciproco” e la riconciliazione tra fratelli, inclusi i cattolici cinesi, ora divisi. “Tra Vaticano e Cina sono ripresi i contratti” afferma il cardinale Pietro Parolin ieri a Pordenone per ricordare la figura di un grande diplomatico vaticano, il cardinale Celso Costantini, vissuto nella prima metà del ‘900 e nominato nel ’22 delegato apostolico per la Cina. “Il mio auspicio e’ che questo cammino iniziato possa andare avanti e concludersi con un accordo a benefico della Chiesa in Cina, di tutto il popolo cinese ma anche della pace mondiale”. Parla il cardinale Pietro Parolin a Pordenone per ricordare la figura di un grande diplomatico vaticano, il cardinale Celso Costantini, vissuto nella prima metà del ‘900 e nominato nel ’22 delegato apostolico per la Cina.

“Oggi, come allora – ha detto Pariolin nel suo intervento – molte sono le speranze e le attese per nuovi sviluppi e una nuova stagione nei rapporti tra la Sede Apostolica e la Cina, a beneficio non solo dei cattolici nella terra di Confucio, ma dell’intero Paese, che vanta una delle piu’ grandi civilta’ del pianeta”. “Oserei dire – ha aggiunto il segretario di Stato – che tutto cio’ sara’ a beneficio anche di una ordinata, pacifica e fruttuosa convivenza dei popoli e delle Nazioni in un mondo, come il nostro, lacerato da tante tensioni e da tanti conflitti”. “Considero importante – ha continuato Parolin nell’intervento pronunciato a Pordenone – sottolineare con forza questo concetto: le auspicate nuove e buone relazioni con la Cina, comprese le relazioni diplomatiche, se cosi’ Dio vorra’!, non sono fine a se’ stesse o desiderio di raggiungere chissa’ quali successi ‘mondani’, ma sono pensate e perseguite, non senza timore e tremore perche’ qui si tratta della Chiesa, che e’ cosa di Dio, solo in quanto ‘funzionali’ al bene dei cattolici cinesi, al bene di tutto il popolo cinese e all’armonia dell’intera societa’, in favore della pace mondiale”. Per Parolin, tuttavia, “va realisticamente accettato che i problemi da risolvere tra la Santa Sede e la Cina non mancano e possono generare, spesso per la loro complessita’, posizioni ed orientamenti diversi. Ma tali problemi non sono del tutto dissimili da quelli sorti ed affrontati positivamente 70 anni fa”.

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Parolin ha assicurato che “Papa Francesco, come gia’ i suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, conosce bene il bagaglio di sofferenze, di incomprensioni, spesso di silenzioso martirio che la comunita’ cattolica in Cina porta sulle proprie spalle: e’ il peso della storia! “Ma conosce pure, insieme alle difficolta’ esterne ed interne, quant’e’ vivo l’anelito alla comunione piena con il Successore di Pietro, quanti progressi sono stati compiuti, quante forze vive agiscono testimoniando l’amore a Dio e l’amore al prossimo, soprattutto alle persone piu’ deboli e bisognose, che e’ la sintesi di tutto il cristianesimo. E conosce e incoraggia, soprattutto nel contesto del Giubileo della Misericordia, il perdono reciproco, la riconciliazione tra fratelli e sorelle che sperimentano la divisione, lo sforzo di crescere nella comprensione, nella collaborazione, nell’amore! Siamo tutti chiamati ad accompagnare con affettuosa vicinanza, rispetto, umilta’ e, soprattutto con la preghiera, questo cammino della Chiesa in Cina”. Secondo Parolin, occorre scrivere oggi “una pagina inedita della storia, guardando avanti con fiducia nella Provvidenza divina e sano realismo, per assicurare un futuro in cui i cattolici cinesi possano sentirsi profondamente cattolici, ancor piu’ visibilmente ancorati alla salda roccia che, per volonta’ di Gesu’, e’ Pietro, e pienamente cinesi, senza rinnegare o sminuire tutto quello che di vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato) ha prodotto e continua a produrre la loro storia e la loro cultura”.

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