A ventiquattr’ore dalle elezioni Usa, Papa nomina Joseph Tobin arcivescovo di Newark

A ventiquattr’ore dalle elezioni Usa, Papa nomina Joseph Tobin arcivescovo di Newark
7 novembre 2016

Il giorno prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il Papa nomina arcivescovo di Newark – diocesi del New Jersey tradizionalmente non cardinalizia – Joseph Tobin, cardinale designato del Concistoro che Francesco ha convocato tra due settimane, il 19 novembre, “avvocato” delle suore a stelle e strisce all’epoca in cui è stato segretario della congregazione vaticana per i religiosi (posizione dalla quale è stato poi allontanato), e vocale critico dei repubblicani Usa quando si è trattato di difendere i rifugiati siriani. A dicembre scorso Tobin, 64 anni, sino ad oggi arcivescovo di Indianapolis, sfidò Mike Pence, governatore dell’Indiana e candidato vicepresidente di Donald Trump, accogliendo nella diocesi, nonostante la contrarietà di Pence, una famiglia di rifugiati siriani. L’arcivescovo incontrò Pence e dichiarò poi di avere “ascoltato le preoccupazioni sulla sicurezza del governatore” ed aver “considerato in preghiera la sua richiesta” ma di aver deciso di accogliere comunque i quattro siriani, i due genitori e due bambini. Pence, da parte sua, diramò una nota per “dissentire rispettosamente” ed evocare il rischio di terrorismo islamico connesso all’ingresso di rifugiati siriani nello Stato.

Redentorista di origini irlandesi, Joseph Tobin, superiore del suo ordine religioso fu nominato nel 2010 segretario della congregazione vaticana per gli istituti di vita religiosa e le società di vita apostolica. Erano gli anni in cui il Vaticano aprì un’indagine sulle suore statunitensi, considerate troppo progressiste e “femministe”, e i vescovi Usa polemizzarono duramente con Barack Obama per la riforma sanitaria, spesso difesa, invece, proprio dalle suore. Tobin difese sempre le suore, e si creò diversi avversari. Tanto che, due anni dopo, nonostante la stima del suo superiore, il cardinale brasiliano Joao Braz de Aviz, lo stesso Benedetto XVI che lo aveva nominato in Vaticano, lo “promosse” nella piccola diocesi di Indianapolis. Le sue posizioni erano molto aperte, in contrasto con la “culture war” di non pochi prelati statunitensi. “Non ho dubbi che il futuro della Chiesa abbia un volto molto laico”, disse in un’intervista al mensile Jesus dell’aprile 2010. “Va riconosciuta la vocazione battesimale come base di tutte le altre vocazioni. I laici non avranno più bisogno del permesso dei consacrati a prendere il posto giusto nella Chiesa. Il magistero di Benedetto XVI e Giovanni Paolo II ha sottolineato il ruolo vitale dei consacrati nella Chiesa. A me piace l`immagine di una selva amazzonica: tante diverse specie di fiori, ma tutti, nell`insieme, permettono che il mondo respiri”. Quanto alle suore che finiscono non di rado di fare le cameriere dei preti, “io – raccontò – lavo i piatti e faccio le pulizie da solo! In generale, credo che la vita consacrata femminile sia stata storicamente una promozione delle donne, grazie ad essa nei secoli passati ci sono state donne che hanno avuto una voce autorevole. Certamente dobbiamo incoraggiare non solo i maschi, ma anche le stesse donne, a riconoscere i doni che hanno ricevuto da Dio e viverli nella Chiesa. Personalmente ringrazio il Signore di avere otto sorelle, tutte affermate, avvocatesse, sociologhe, maestre, e tutte credenti. Non accetterebbero mai un disprezzo della loro identità di donne e di credenti. Ad ogni modo, spero che quando le donne non si sentono rispettate, ce lo facciano sapere”.

Leggi anche:
Re Carlo III riappare in pubblico con Camilla

Nel 2013, con l’elezione di Francesco, Tobin – lo riportò il National Catholic Reporter – rilevò una certa diffidenza degli altri vescovi statunitensi nei confronti del Pontefice argentino. Tobin e Bergoglio già si conoscevano. Come ha raccontato egli stesso in una lunga intervista ad America, mensile dei gesuiti Usa, avevano fatto amicizia nel 2005, in occasione di un sinodo seguito al conclave che elesse di Benedetto XVI (secondo, a quanto riferirono le cronache, Jorge Mario Bergoglio). In quell’occasione, tra l’altro, entrambi furono concordi nella soddisfazione per l’elezione di Joseph Ratzinger, poi Tobin confidò a Bergoglio che, tornato negli Stati Uniti, sua madre gli disse che aveva tifato per l’elezione dell’argentino. Il futuro Papa gli chiese perché. “Beh, ha letto nel giornale che lei si cucina da solo e si fa da solo il bucato. Era studa di una Chiesa monarchica”. Da allora, ogni volta che Tobin lo ha incontrato, Bergoglio gli chiede: “Come sta sua madre? Prega per me?”. Il mese scorso, a sorpresa, il Papa ha inserito Tobin nella lista dei cardinali che “creerà” con il Concistoro del 19 novembre. “Sono scioccato oltre le parole della decisione del Santo Padre, pregate per me”, ha twittato. Oggi, infine, il trasferimento alla diocesi di Newark, 500 miglia quadrate con un milione e mezzo di fedeli.

Leggi anche:
Cinque accoltellati in attacco a Heinault, morto un 13enne
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti