Vertice Ue, l’embargo sul petrolio russo e la deroga ungherese

Vertice Ue, l’embargo sul petrolio russo e la deroga ungherese
31 maggio 2022

Il compromesso raggiunto dal Consiglio europeo questa notte a Bruxelles sull’embargo sul petrolio russo prevede che, oltre al blocco entro la fine dell’anno di tutte le importazioni via mare (il 75% del totale), vi sia una eccezione per il greggio che arriva nell’Ue attraverso l’oleodotto “Druzhba” (il restante 25%). Questa eccezione riguarda teoricamente almeno quattro paesi, Ungheria e Slovacchia (alimentate dalla sezione Sud del Druzhba) e Polonia e Germania (dove arriva la sezione Nord dell’oleodotto). Ma in pratica, questi ultimi due paesi non useranno la deroga. “Abbiamo delle dichiarazioni politiche della Germania e della Polonia secondo cui elimineranno progressivamente tutto il petrolio russo entro la fine dell’anno”, ha ricordato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante la conferenza stampa al termine della prima giornata del vertice.

In questo modo, hanno sottolineato sia von der Leyen che il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il petrolio colpito dalle sanzioni arriverà a circa il 90% delle importazioni di greggio dalla Russia. “Il restante 10%, che riguarda la sezione Sud dell’oleodotto Druzhba, è esente dalle sanzioni. Ma torneremo su questo punto non appena possibile”, ha aggiunto la presidente della Commissione. Ai giornalisti che chidevano che cosa significhi “non appena possibile” per l’Ungheria, e se il compromesso non significhi una deroga illimitata dalle sanzioni, von der Leyen ha spiegato che “si sta lavorando all’aumento della capacità di un oleodotto che parte dalla Grecia, per sostituire il petrolio russo del Druzhba Sud che arriva in Ungheria. Saranno necessari degli investimenti per farlo e ci vorranno fra i 25 e i 60 giorni, un tempo tutto sommato ragionevole. E poi – ha concluso – bisognerà riconvertire le raffinerie perché il petrolio proveniente dall’Adriatico è diverso da quello russo”.

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Il premier Ungherese, Viktor Orban, ha avuto anche le garanzie che aveva chiesto “nel caso che accadesse un incidente nel percorso dell’oleodotto in Ucraina”, con interruzione del flusso di petrolio russo verso il suo paese. “In caso di improvvise interruzioni delle forniture, saranno introdotte misure di emergenza per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti”, si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo. Una formula molto più chiara e determinata dei quella che era stata proposta nella bozza (una semplice richiesta dei leader dei Ventisette al Consiglio Ue di assicurare “la solidarietà fra gli Stati membri in caso di improvvisa interruzione delle forniture”. Oltre a questo punto, vale la pena di riportare il resto del paragrafo relativo alle sanzioni. “Il Consiglio europeo – si legge nelle conclusioni della prima giornata del vertice – si impegna a intensificare le pressioni sulla Russia e sulla Bielorussia per contrastare la guerra della Russia contro l’Ucraina. Il Consiglio europeo invita tutti i Paesi ad allinearsi alle sanzioni dell’UE. Qualsiasi tentativo di aggirare le sanzioni o di aiutare la Russia con altri mezzi deve essere fermato”.

“Il Consiglio europeo – continua il testo – conviene che il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia riguarderà il petrolio greggio e i prodotti petroliferi consegnati dalla Russia negli Stati membri, con un’eccezione temporanea per il petrolio greggio consegnato tramite oleodotto”. I capi di Stato e di governo, pertanto esortano “il Consiglio a finalizzarlo e ad adottarlo senza indugio, garantendo un mercato unico dell’Ue ben funzionante, una concorrenza equa, la solidarietà tra gli Stati membri e condizioni di parità anche per quanto riguarda la graduale eliminazione della nostra dipendenza dai combustibili fossili russi”. “Il Consiglio europeo – affermano infine le conclusioni del vertice – tornerà al più presto sulla questione dell’eccezione temporanea per il greggio trasportato tramite oleodotto”.

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