Violenza donne, martedì via libera Cdm al “Codice rosso”

Violenza donne, martedì via libera Cdm al “Codice rosso”
26 novembre 2018

Di fronte al ripetersi di omicidi e maltrattamenti, nella giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne il governo annuncia il varo di un provvedimento per consentire una giustizia piu’ rapida. “D’accordo con i ministri Bonafede e Bongiorno martedi’ approveremo in Consiglio dei ministri il ‘Codice rosso’. Offriremo una corsia preferenziale alle denunce, imporremo indagini piu’ rapide”, annuncia il premier Giuseppe Conte.

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Parole che seguono di poco quelle del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Nel nostro Paese il fenomeno della violenza sulle donne e’ ancora tragicamente alto e la sua denuncia ancora troppo reticente. Si devono favorire le condizioni per superare questo ostacolo”. Quando Mattarella pronuncia il suo richiamo, da poche ore si e’ consumato l’ennesimo episodio, che se non e’ stato estremo nell’esito, lo e’ stato per la ferocia della dinamica: a Cattolica, vicino Rimini, una donna e’ stata picchiata dal fidanzato che le ha staccato a morsi parte dell’orecchio. La lista dei casi di questo genere e’ del resto lunghissima: le statistiche – ricorda il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, annunciando anche lui l’arrivo in Cdm di misure di contrasto – parlano di “150 femminicidi l’anno, omicidi consumati nei contesti familiari, per mano di mariti o partner, ex o altri familiari.

Le sentenze ci dicono che sul totale delle condanne per omicidi di donne, l’85% sono classificabili come femminicidio, perche’ avvenuti in ambito familiare o all’interno di relazioni sentimentali poco stabili. Nel 2017 sono state 2.018 le sentenze definitive per violenza sessuale, 1.827 quelle per stalking”. Spesso le donne non hanno il coraggio di parlare e quando lo fanno, trovano tempi di risposta inadeguati. Con il ddl sul codice rosso, le denunce per maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni aggravate commessi in contesti familiari o di convivenza, saranno portate direttamente al pm che dovra’ sentire la donna entro tre giorni. E la polizia giudiziaria dovra’ dare priorita’ alle indagini. A differenza di altri provvedimenti in materia di giustizia, questo non sembra destinato a produrre frizioni tra gli alleati di governo.

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Il “Codice rosso per dare priorita’ assoluta all’esame delle denunce di donne maltrattate, minacciate o molestate e’ un mio impegno, andro’ fino in fondo”, twitta il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Qualche dubbio arriva invece dal Pd, che mette in evidenza qualche contraddizione. “Sono molto preoccupato perche’ vedo in questi primi passi del Governo segnali di un arretramento. Non ci sarebbe un peccato mortale piu’ rilevante di questo”, dichiara Marco Minniti. Dario Stefa’no punta il dito contro quelle “zone d’ombra” fatte di “tagli ai centri antiviolenza, abbandono dei percorsi scolastici per la parita’ di genere, disinteresse nell’attuazione della norma per gli orfani di femminicidio”. “Il codice rosso c’e’ gia’, non e’ una novita’ – aggiunge Cosimo Ferri – e’ grave invece tornare indietro e tagliare i fondi al piano nazionale antitratta e al fondo per le pari opportunita’”.

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