Migranti, stop appello domande asilo e sezioni ad hoc nei tribunali. Ecco le nuove misure

Migranti, stop appello domande asilo e sezioni ad hoc nei tribunali. Ecco le nuove misure
7 gennaio 2017

Stop all’appello in caso di diniego dello status di rifugiato, sezioni specializzate nei tribunali per velocizzare l’iter delle domande di asilo, nuovi Cie e rinnovo degli incentivi ai Comuni che accolgono. Prende forma il pacchetto di misure del governo per affrontare il fenomeno immigrazione e trova il plauso dell’Unione europea: da Bruxelles si ribadisce infatti “l’obbligo legale” per gli Stati membri “di prendere tutte le misure necessarie per assicurare l’effettivo rimpatrio di chi non ha diritto di stare nell’Ue”. E si ricorda l’importanza di “velocizzare il processo delle richieste d’asilo e incrementare i rimpatri di chi non ha i requisiti per accedere alla protezione internazionale”. Proprio in quest’ottica va dunque il pacchetto congiunto che i tecnici del ministero della Giustizia e del Viminale stanno studiando. La base di partenza sarà il ddl per accelerare i procedimenti giudiziari legati alle domande di asilo, messo a punto da via Arenula: il provvedimento è pronto ed è già stato trasmesso a palazzo Chigi ed ora dovrebbe essere integrato con l’apporto del Viminale, soprattutto per quanto riguarda la parte sui nuovi Cie e sulla possibilità di iscrizione all’anagrafe solo per chi ha un permesso di soggiorno valido. Il pacchetto sarà poi condiviso con gli enti locali e un passaggio importante in questo senso è la Stato-Regioni in programma il 19 gennaio.

PUNTI CARDINI Due i punti cardine: la creazione di sezioni specializzate nei tribunali e lo stop all’appello. Quest’ultima novità è contenuta nell’art. 7, che modifica le precedenti normative con una serie di misure di semplificazione. Le decisioni relative al riconoscimento di protezione internazionale non potranno essere impugnate nel caso in cui siano respinte: in sostanza le domande di asilo passeranno prima dalle commissioni territoriali, che saranno tenute a fare una videoregistrazione dei colloqui effettuati con i migranti. In caso di diniego, è prevista la possibilità di portare la questione di fronte al giudice e il Tribunale deciderà con decreto. Che, però, “non è reclamabile”, si legge nel ddl: la fase d’appello è eliminata. E’ previsto che si possa fare ricorso solo per Cassazione e che la Corte decida entro 6 mesi. Il testo prevede inoltre l’istituzione di sezioni specializzate in materia di immigrazione e asilo – alle quali non potranno essere affidati altri affari – in 12 tribunali: Roma, Bari, Catanzaro, Catania, Palermo, Milano, Venezia, Firenze, Salerno, Bologna, Torino e Cagliari. I magistrati saranno scelti tra quelli che già hanno specifiche competenze. Di pari passo si procederà alla riapertura dei Cie, nonostante le polemiche che arrivano dall’asse Lega-Cinquestelle e anche da esponenti della stessa maggioranza. Su questo è tornato il capo della Polizia Franco Gabrielli.

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GABRIELLI “Leggo e ascolto una grande confusione” ha sottolineato, ricordando che i Cie sono previsti da una legge del 1998 e dunque “se si deciderà di cambiarli o di sopprimerli sarà il caso che qualcuno provveda a fare una norma”, perché “finché la norma non viene modificata, i Cie ci sono”. Quelli nuovi, come ha detto Minniti, saranno “strutture di piccole dimensioni, con 100, 120, 140 persone al massimo” e saranno strutture che servono “semplicemente per consentire l’identificazione delle persone e, soprattutto, per acquisire dalle autorità consolari il titolo di viaggio per rimpatriarle. Quando sento anche autorevoli personaggi parlare di identificazione in 48-72 ore, a me sembra che si perda completamente il senso della realtà”, come ha dimostrato il caso di Anis Amri, per il quale non sono stati sufficienti neanche 30 giorni per il riconoscimento. Dunque nella scelta di aprire un Cie in ogni regione non c’è alcuna “esigenza afflittiva” quanto piuttosto una “logica di razionalità” che risponde all’esigenza “che le forze di polizia non siano distratte sul territorio”. Per spazzare via ogni dubbio, Gabrielli ha fatto un esempio: oggi ci sono due soli Cie operativi, Torino e Caltanisetta. “Se una persona viene fermata ad esempio a Massa Carrara, il questore deve portarla a Torino o a Caltanissetta, il che significa perdere 3-4 persone per 5-6 giorni e magari incidere sulla volante di quel territorio”.

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