Tesseramento minore, giudice condanna Figc per comportamento discriminatorio

Tesseramento minore, giudice condanna Figc per comportamento discriminatorio
26 dicembre 2015

Il giudice Michele Ruvolo della prima sezione civile del Tribunale di Palermo, ha condannato la Federazione Italiana Gioco Calcio dichiarando discriminatorio per il mancato tesseramento di un minore, A.T., originario del Mali e la cui tutela è affidata al comune del capoluogo siciliano. Il ragazzo, che vive a Palermo con due genitori affidatari, aveva infatti chiesto il tesseramento ad una società calcistica dilettantistica della città, ma questa non ha potuto inserirlo nella propria “rosa” di piccoli giocatori per il diniego opposto dalla Federazione nazionale, che si era a sua volta rifatta ad un regolamento internazionale della FIFA.  Il Giudice Ruvolo, nell`accogliere la richiesta formulata dai familiari e dalla tutrice del ragazzo, rappresentati dall`avvocato Giuseppe Cascina, ha invece ravvisato nel comportamento della FIGC un atteggiamento discriminatorio. Secondo il regolamento della Fifa – si spiega in una nota – alcune limitazioni all`iscrizione di calciatori minorenni stranieri non accompagnati, sarebbero legate alla volontà di tutelare gli stessi ragazzi da manovre speculative e, in buona sostanza, sarebbero mirate al bene dei minorenni.

Nel caso in specie, secondo il giudice, la situazione personale e familiare del ragazzo, appunto tutelato dal Comune ed inserito in un contesto familiare affidatario, così come la stessa volontà della società sportiva di farlo partecipare al campionato ufficiale, dimostrerebbe che non vi è il rischio di comportamenti speculativi. Il mancato tesseramento di A.T., secondo il Giudice, avrebbe anzi determinato un danno materiale al ragazzo, che a differenza dei suoi compagni di squadra non ha potuto partecipare alle competizioni ufficiali. Il giudice ha quindi ordinato alla FIGC l`immediata iscrizione e il provvisorio tesseramento del minore A.T. per il campionato “Giovanissimi Regionali e Sperimentali” 2015/2016. Un benvenuto alla sentenza viene pure da Adham Darawsha, presidente della Consulta delle culture, che sottolinea come “questo provvedimento conferma Palermo come luogo di accoglienza e conferma che nella nostra città vi sia spazio e possibilità di coinvolgimento di tutti e di tutte, anche attraverso lo sport”.

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