Morto Ettore Scola, il cinema italiano perde uno dei suoi grandi maestri

Morto Ettore Scola, il cinema italiano perde uno dei suoi grandi maestri
20 gennaio 2016

E’ morto Ettore Scola. Il regista, s’è spento a 84 anni a Roma, al reparto di cardiochirurgia del Policlinico dove era in coma da domenica sera. Il cinema lui l’aveva davvero tanto amato. Con le sue pellicole, Ettore Scola (Trevico (AV), 10 maggio 1931) ha raccontato l’Italia attraverso tante storie, dramma e grottesco, satira e comicita’, tutti registri mescolati come solo un maestro della regia sa fare. Trasferitosi a Roma con la famiglia a Roma, comincia giovanissimo a frequentare, da vignettista, riviste umoristiche come il Marc’Aurelio e Il travaso delle idee. E’ stato un campione assoluto del miglior cinema italiano del secondo ‘900, un maestro che detestava i titoli altisonanti, che amava l’autoironia, ma che mai ha rinunciato ad essere in prima fila nelle grandi battaglie civili ed artistiche del paese. Da sempre impegnato nel sociale, ha, tra l’altro, fatto parte del governo ombra del Pci nel 1989 con delega ai Beni Culturali. Nella sua carriera oltre al premio ricevuto a Cannes Scola ha vinto 8 David di Donatello e ottenuto 4 candidature all’Oscar (purtroppo mai andate a buon fine) con i film “Una giornata particolare” (1978), “I nuovi mostri” (1979), “Ballando ballando” (1984) e “La famiglia” (1988). Negli anni 50 aveva cominciato a scrivere sceneggiature con Age e Scarpelli, per film come “Un americano a Roma” (1954), “La grande guerra” (1959) e “Crimen” (1960), per poi passare alla regia nel 1964 con con il film “Se permettete parliamo di donne”, con Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni.

Ci saranno poi “Il commissario Pepe” (1969) con Tognazzi nei panni di un inedito commissario di polizia poco violento e per niente rozzo e “Dramma della gelosia – Tutti i particolari in cronaca” (1970), storia popolare firmata dallo stesso Scola insieme ad Age & Scarpelli, divertente, brillante, piena di ritmo fino all’amaro finale. Tra i suoi film più importanti, nel 1974, “C’eravamo tanto amati”, le vicende di tre amici Vittorio Gassman (suo attore feticcio), Nino Manfredi e Stefano Satta Flores, tutti alla fine innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli). Tra i suoi altri capolavori “Brutti, sporchi e cattivi” (1976) e “Una giornata particolare” (1977) con gli indimenticabili Sophia Loren e Marcello Mastroianni alle prese con un amore impossibile all’ombra del fascismo. Il 1980 è l’anno de “La terrazza”, crisi e bilanci di un gruppo di intellettuali idealisti. Ottanta anni di storia (1906-1986) racconta invece “La famiglia” (1987) sempre con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant. Ultimo suo film nel 2013 il documentario dedicato a Fellini “Che strano chiamarsi Federico”.

Leggi anche:
"The Idea of you", Hathaway rinasce con il cantante della boy band

RENZI Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso profondo cordoglio per la morte di Ettore Scola “maestro dalla incredibile e acuta capacità di lettura dell’Italia, della società e dei suoi mutamenti, del sentimento del tempo, coscienza civile che lascia un enorme vuoto nella cultura italiana”.

FRANCESCHINI “Giovane fino all’ultimo” – “Ci ha lasciato Ettore Scola. Un grande maestro, un uomo straordinario, giovane fino all’ultimo giorno della sua vita”. E’ il tweet del ministro dei Beni culturali e turismo Dario Franceschini.

VENDOLA “Una grande passione civile, una straripante umanita’, una voce tenerissima e spesso scanzonata e ironica. Con Ettore scompare uno dei grandi maestri del cinema italiano. Per molti di noi, anche un caro amico e un compagno di lotta”. E’ il “commosso omaggio” che Nichi Vendola rivolge ad Ettore Scola, cui il leader Sel era “fortemente legato, anche negli anni del Bari Film Festival”.

PIERACCIONI Rende omaggio a un “Maestro meraviglioso” twittando la locandina in bianco e nero di C’eravamo Tanto Amati, con Gassman, Manfredi e Satta Flores. E’ la scelta di Leonardo Pieraccioni per ricordare Ettore Scola.

ARBORE “Abbiamo perso un grande maestro. La mia generazione, che e’ quella successiva alla sua, ha avuto la fortuna di avere grandi maestri come lui, come Fellini, come Antonioni o Zavattini. Era una generazione straordinaria che io devo ringraziare”. Lo ha detto Renzo Arbore. “Conoscevo Scola benissimo – ha agiunto – e’ una gravissima perdita”.

Leggi anche:
"The Idea of you", Hathaway rinasce con il cantante della boy band
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti