Unione civili, il Pd stoppa Alfano: avanti con stepchild adoption. E il Senato avvia la discussione

Unione civili, il Pd stoppa Alfano: avanti con stepchild adoption. E il Senato avvia la discussione
2 febbraio 2016

di Giuseppe Novelli

Alta tensione tra Angelino Alfano e Matteo Renzi che noo fa nessuna retromarcia sulle stepchild adoption. Il Pd, infatti, respinge al mittente l’offerta del ministro dell’interno di convergere su un testo del ddl unioni civili senza la stepchild adoption. “Si va alla prova delle intese parlamentari” spiegano fonti dem interpellate a Palazzo Madama. “E riteniamo che ci possano essere convergenze ampie e trasversali”. D’altro canto, viene ricordato, il ddl Cirinnà non nasce per iniziativa del governo ma del Parlamento. Anche l’Udc aveva invitato Renzi  “ad accettare le necessarie correzioni Al disegno di Legge Cirinna’ e lo stralcio della stepchild adoption previsto dall’art. 5”.  Ma come detto, il premier tira dritto per la sua strada. La stepchild adoption è stato al centro di una riunione dei senatori Pd che si è tenuta prima dell’inizio dei lavori d’aula. Ma Alfano non molla.  “Il Pd ci rifletta bene perche’ e’ un’ottima occasione anche per questo partito, nel senso che si puo’ approvare una legge importante senza dividere il Paese. Togliamo di mezzo queste adozioni”. Per il leader di Ap, “l’ottanta per cento del popolo e’ contrario, la gente non le accetta. Quando invece c’e’ un certo si’ a maggiori diritti per i soggetti che compongono una coppia anche omosessuale”.

Intanto, l’assemblea del Senato ha respinto, con voto per alzata di mano, le otto questioni pregiudiziali poste sul ddl Cirinnà sulle unioni civili e, subito dopo, anche le tre sospensive presentate sullo stesso provvedimento. E così inizia il cammino del ddl a Palazzo Madama. La settimana proseguirà con la discussione generale e dunque si entrerà nel vivo delle votazioni solo da martedì prossimo, ecco perché il Pd riunirà i senatori quella stessa mattina per dare le indicazioni sui voti su cui sarà data libertà di coscienza. Intanto proseguiranno le trattative più o meno esplicite. E anche le schermaglie, come quella di oggi con la Lega. Da un lato il Carroccio chiede ‘garanzie’ prima di ritirare gli emendamenti ostruzionistici: “Noi siamo pronti a cancellare circa 4500 emendamenti purché non ci siano né canguri, né strozzamenti del dibattito”, avverte Gianmarco Centinaio, ma dal Pd Andrea Marcucci fa sapere che “prima voglio vedere cammello…”, ossia non verrà messa da parte l’arma dell’emendamento canguro finché non si capirà quali emendamenti la Lega intende ritirare, perché, spiegano i dem, non è che noi ritiriamo il canguro e poi Calderoli mantiene il suo ‘cangurino’.

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Insomma, il patto che sembrava chiuso una settimana fa resta in stallo almeno fino a martedì, quando si conoscerà anche il responso della presidenza del Senato sulle ammissibilità e i voti segreti. Il timore dei democratici infatti è anche che tra i 500 emendamenti rimasti della Lega, quasi tutti sull’articolo 5, saranno concessi decine di voti segreti. E il voto segreto, nessuno lo nega a Palazzo Madama, può ancora mettere seriamente in pericolo la stepchild adoption oggi strenuamente difesa.

 

 

 

 

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