Inceneritori, via libera della conferenza Stato-Regioni. E in Sicilia scoppia la polemica

Inceneritori, via libera della conferenza Stato-Regioni. E in Sicilia scoppia la polemica
4 febbraio 2016

Due mega termovalorizzatori o sei mini-impianti in Sicilia? Il nodo, dopo la riunione della conferenza Stato-Regioni di oggi, rimane. E’ certo invece che la Sicilia, considerata macroarea, ha in capo 600 milioni di tonnellate da smaltire, ma non in discarica. Spetterà alla Regione, sotto infrazione, redigere un piano dettagliato e senza perdite di tempo, altrimenti interverrà Roma. “La nostra idea è quella di mini impianti, due nelle aree metropolitane di Palermo e Catania, il resto aggregando gli altri territori – dice l’assessore regionale alle Attività produttive Mariella Lo Bello -. In questo modo si riducono anche i costi di trasporto che lieviterebbero se dovessimo puntare su due mega-termovalorizzatori”. Il governo Crocetta ha intenzione di coinvolgere i comuni nella redazione del piano.

FARAONE “Finalmente si fa sul serio, basta chiacchiere. Anche la Sicilia si avvia seriamente a risolvere la questione dei rifiuti, una questione al collasso e ostaggio di totem ideologici sbandierati per ostacolare il progresso. Finalmente il via libera definitivo in Conferenza Stato-Regioni all’articolo dello Sblocca Italia che riguarda la realizzazione di inceneritori”. Così il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone. “La Sicilia – continua – entra a far parte di una rete nazionale virtuosa e programmata che consentirà di lavorare in maniera seria e allo stesso livello degli altri paesi europei. Un primo passo per il cambiamento è stato fatto. Proseguiamo in questo percorso, dicendo addio alle discariche, potenziando la raccolta differenziata, dicendo sì a impianti di recupero energetico, basati su moderne tecnologie e a impatto zero. Proviamo a guardare i rifiuti non come elemento a perdere ma come risorsa su cui investire”.

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GALLETTI “Abbiamo raggiunto un buon risultato, abbiamo avuto tutti pareri favorevoli, tranne due regioni, la Lombardia e la Campania, che hanno espresso parere negativo. Non era un passaggio facile. L’applicazione dell’articolo 35 dello Sblocca Italia rompe di fatto il principio dell’autosufficienza, dello smaltimento dei rifiuti a livello regionale e si crea una rete di smaltimento dei rifiuti a livello nazionale. Questo ci aiuta molto ad impostare un lavoro serio per lo smaltimento dei rifiuti e ci serve anche per contrastare le infrazioni comunitarie a cui l’Italia è sottoposta in questo momento”. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti al termine della Conferenza Stato-Regioni, in cui è stata siglata un’intesa in tema di inceneritori regionali. Il piano prevede un aggiornamento annuale che tenga conto, oltre ad altre cose, anche dei piani di smaltimento regionali”, ha aggiunto Galletti. “E’ chiaro, e lo voglio dire con molta previsione, che questo piano parte dal presupposto che tutte le regioni arrivino al raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Europa, quindi che tutte le regioni arrivino al 65% di raccolta differenziata e che tutte colgano gli obiettivi di produzione dei rifiuti del 10%; fatto questo conteggio – ha concluso – si individua ancora la necessità, del Paese in questo caso, di incenerimento, che equivale a 8 termovalorizzatori”.

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VERDINIANI “La strada per risolvere il problema dei rifiuti non passa dai termovalorizzatori e la ‘macchina Sicilia’ sceglie di andare contromano puntando sul petrolio, con le trivellazioni, e sui termovalorizzatori, sul fronte dei rifiuti. Il tutto mentre l’Europa e il mondo civile suggerisce esattamente il contrario”. Così i senatori siciliani Giuseppe Compagnone e Antonio Scavone, del gruppo Alleanza Liberlapopolare-Autonomie. “Spiace l’ennesimo strafalcione di questo governo siciliano – aggiungono che neanche il 20 gennaio compariva tra le Regioni che si opposero alla costruzione dei termovalorizzatori. Purtroppo, anziché puntare sulla raccolta differenziata, sul riciclo e sul riutilizzo dei rifiuti in modo che per il 2030 si abbia solo il 10% dello smaltimento in discarica, si sceglie la strada dell’incenerimento prevedendo, in Sicilia, due grossi impianti che saranno dimensionati per bruciare il 40% dei rifiuti. E’ chiaro quindi che come al solito sarà un ‘buon affare per pochi’ pagato da tutti i siciliani. E questo governo regionale, che a parole si dice contro le lobby, di fatto tace”.

LEGAMBIENTE Per Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia, quello accaduto in Conferenza Stato-Regioni riporta indietro nel tempo: “Le uniche Regioni ad avere capito che gli inceneritori non servono sono la Lombardia e la Campania, dove hanno scommesso, e vinto, sulla differenziata. Adesso i Governi nazionale regionale ci spiegheranno come risolvere il problema nei 5/6 anni che occorrono a realizzare gli inceneritori”.

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