Pd diviso anche su referendum riforme, la minoranza non firma la richiesta. Bersani: sgrammaticatura

Pd diviso anche su referendum riforme, la minoranza non firma la richiesta. Bersani: sgrammaticatura
20 aprile 2016

di Enzo Marino

I leader della minoranza Dem, Pierluigi Bersani, Roberto Speranza e Gianni Cuperlo non hanno firmato la richiesta della maggioranza per il referendum sulle riforme costituzionali. Altri esponenti della minoranza, come Andrea De Maria, invece, hanno messo la loro firma. “Non c’è un caso politico – spiega Cuperlo -. Mi è parso, anche leggendo l’articolo 138 della Costituzione, che fosse più elegante e anche giusto che la richiesta fosse depositata dalle opposizioni che, ahimè, non hanno condiviso le riforme”. Per quanto riguarda l’impegno della minoranza Dem nella campagna referendaria, Cuperlo spiega che “ne discuteremo. Bisogna avere una gerarchia di priorità. La campagna elettorale ora è quella per garantire la vittoria dei nostri candidati a sindaco e l’impegno della sinistra per questo sarà leale e assoluto, come è sempre stato. Del resto ne parliamo dopo”. La richiesta della maggioranza di referendum costituzionale è una “sgrammaticatura”, tuona l’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, che per questo non l’ha firmata. “Ci sono – dice – già troppe sgrammaticature per aggiungerne un’altra. Io la riforma l’ho votata e quella credo che sia una norma per chi non l’ha votata. Non possiamo sgrammaticare tutti i giorni. Certo è un peccato veniale, ma è un peccato”.

Sono, invece, oltre 15 i senatori della minoranza Pd che hanno apposto la loro firma per richiedere il referendum confermativo delle riforme costituzionali. E’ questo il dato che emerge da una rapida ricognizione tra i diretti interessati e che si apprende in ambienti dem. Tra questi figurano i senatori Federico Fornaro, Vannino Chiti, Walter Tocci, Massimo Mucchetti, Maria Grazia Gatti, Maria Cecilia Guerra ed altri. Anche la capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali, Doris Lo Moro, esponente della minoranza dem, ha sottoscritto la richiesta di referendum. “Ho firmato perchè ho partecipato a tutto l’iter del provvedimento e, in quanto capogruppo in commissione, ho assunto anche precisi impegni. Riconosco le ragioni politiche di chi sostiene che il referendum sia un’opzione della minoranza, delle opposizioni. Chi lo sostiene dice il vero, ma per quanto mi riguarda, con la mia firma non ho inteso compiere un gesto politico, ma istituzionale”.

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I capigruppo della maggioranza alla Camera – Maurizio Lupi (Ap), Lorenzo Dellai (Des-Cd) ed Ettore Rosato (Pd), hanno portato in Cassazione alle 13.45 le 237 firme dei deputati della maggioranza per richiedere il referendum confermativo sulla riforma costituzionale. Per scelta della maggioranza parlamentare nessun esponente di governo ha sottoscritto la richiesta e anche il numero di firme raccolte, di non molto superiore a quello richiesto di 126, è volutamente non eccessivo.

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