Addio ad Alvaro Vitali: l’uomo che ci insegnò a ridere ora tace per sempre

Dal talento scoperto da Fellini ai cult di Pierino, la storia di un attore amato e indimenticabile.

Alvaro Vitali

Roma piange uno dei suoi figli più amati. Alvaro Vitali, l’attore simbolo della comicità italiana, si è spento oggi all’età di 75 anni dopo una lunga malattia. La sua morte, causata da una broncopolmonite recidiva, lascia un vuoto incolmabile nel cuore degli italiani che hanno imparato a ridere grazie a lui. “È stato un grande artista, un uomo semplice e generoso”, ha dichiarato Stefania Corona, sua ex moglie, confermando la notizia del decesso avvenuto dopo due settimane di ricovero ospedaliero.

Nato il 3 febbraio 1950 in una famiglia della piccola borghesia romana, Vitali sembrava destinato a una vita lontana dai riflettori. Dopo aver abbandonato gli studi alla terza media, lavora come elettricista finché un provino del 1969 cambia tutto. È Federico Fellini, maestro indiscusso del cinema mondiale, a notarlo e a inserirlo nel cast di Fellini Satyricon. Da quel momento, la sua carriera diventa una corsa sfrenata tra ruoli secondari in opere d’autore – come I clowns e Amarcord – e la consacrazione come volto popolare del cinema nazionale.

L’ascesa di Pierino

Ma è negli anni ’70 e ’80 che Alvaro Vitali raggiunge l’apice del successo. Con il personaggio di Pierino, il monello impertinente protagonista di una serie di cult-movie, diventa un’icona intramontabile della commedia sexy all’italiana. Film come Pierino contro tutti (1981), Pierino medico della S.A.U.B. (1981) e Pierino colpisce ancora (1982) spopolano al botteghino, conquistando il pubblico con la loro irriverenza e la comicità genuina. “Con poche smorfie e una mimica esplosiva, Alvaro riusciva a far ridere intere generazioni”, ricorda un critico cinematografico.

Il successo commerciale di Pierino segna un’epoca, ma anche una transizione nella carriera di Vitali. Dopo il boom, però, arriva il declino. Gli anni ’90 e 2000 sono un periodo difficile: problemi di salute, tra cui un grave ictus nei primi anni Duemila, rallentano la sua attività artistica. Nonostante ciò, l’attore non smette mai di cercare il suo “ultimo film”, mantenendo intatta quella ironia che lo ha reso celebre.

Una vita tra luci e ombre

La vita privata di Vitali è stata altrettanto intensa. Padre di Ennio, nato dal primo matrimonio, sposa nel 2006 Stefania Corona, dalla quale si separa poche settimane prima della sua morte. Negli ultimi anni, l’attore aveva affrontato anche difficoltà economiche, lamentando una pensione modesta nonostante una filmografia di oltre 150 titoli. “Ho dato tanto al cinema, ma il cinema non mi ha restituito altrettanto”, aveva confidato in un’intervista.

Un’eredità indelebile

Oggi, mentre l’Italia saluta uno dei suoi volti più amati, resta vivo il ricordo di un artista che ha saputo far convivere due anime: quella del talento scoperto da Fellini e quella del buffone adorato dal grande pubblico. “Alvaro Vitali resterà per sempre Pierino, l’uomo che ci ha insegnato a sorridere anche nei momenti più difficili”, commenta un collega regista.

La sua morte non è solo la fine di un’epoca, ma un invito a riscoprire il valore di una risata sincera. Perché, come diceva lo stesso Vitali, “ridere è la medicina migliore per l’anima”.