Alessandro Haber: ho fatto tanti film ma il mio amore è il teatro

6 luglio 2019

Alessandro Haber tra gli ospiti del Taormina Film Fest, protagonista di una masterclass insieme a Richard Dreyfuss, star Usa di film come “Lo squalo” e “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. L’attore bolognese, intervistato da askanews, ha parlato della sua carriera che si è divisa sempre tra cinema e teatro. “Ho sempre alternato teatro e cinema. Non ho mai saltato una stagione di teatro da quando lavoro. In teatro scrivi una pagina da zero, una pagina bianca, per cui hai tempo di verificare. Io parto sempre dal corpo. Se tu trovi la postura del personaggio, gli dai un’immagine, una collocazione”.

Tanti i personaggi interpretati. Costruiti con un lungo lavoro, minuzioso. “E’ come un bambino che nasce, all’inizio non parla, non vede, poi apre gli occhietti e comincia a vedere e a realizzare, poi da lì a poco comincia a gattonare, poi si alza in piedi, poi comincia a emettere dei suoni e la stessa cosa succede per un personaggio che tu non conosci”. “Ma non è una cosa razionale, è una cosa istintiva, un approccio animalesco. Poi si razionalizza tutto: si scarta cosa non serve, aggiungi delle cose improvvisamente, perché scopri delle altre cose. E questo avviene durante 40 giorni di prove. Poi durante le repliche in teatro affini ancora di più”.

Il cinema è un’altra cosa. “Il cinema invece è fatto di improvvisazione. Quel giorno in cui lavori è irripetibile. Leggi il copione. Spesso il primo giorno di lavoro sul set giri l’ultima scena del film. Parli col regista che ti spiega come immagina il personaggio, fai delle proposte. Poi quel giorno è irripetibile. Sai quante volte mi è successo di tornare a casa dopo aver girato una scena e dire, magari sotto la doccia dire: ‘Cazzo, non ho fatto quella cosa’. Ma non puoi rifarla. Ormai è fatta”. “Nel cinema non hai la proprietà di quello che fai, perché dipendi da un regista che fa il direttore di orchestra e che poi monta il film in un certo modo, ma non hai la sensazione di capire cosa ti accade realmente, mentre in teatro questo lo provi, sei il proprietario, cavalchi la bestia”. Tra cinema e teatro lui non ha dubbi. “Tra teatro e cinema sceglierei assolutamente il teatro, anche se ho fatto tanti film. Perché a teatro mi sento proprietario di quello che faccio”.

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