Allarme Corte dei conti su Comuni siciliani: “Permanente carenza di liquidità”

Allarme Corte dei conti su Comuni siciliani: “Permanente carenza di liquidità”
9 luglio 2015

Allarme dalla Corte dei Conti sullo stato di salute della finanza comunale e provinciale nell’isola. E’ quanto emerge dalla relazione “La finanza locale in Sicilia“, nella quale si nutrono “forti preoccupazioni per la tenuta degli equilibri di bilancio, gia’ nel breve periodo”. Nei comuni, il volume complessivo delle riscossioni correnti, dal 2011 al 2014, e’ passato da 4.289,2 a 4.169,2 milioni di euro, facendo segnare un calo del 2,8 per cento. La Corte dei Conti segnala anche un’inversione di andamento tra entrate tributarie e trasferimenti: le riscossioni complessive sempre, nel periodo 2011-2014, passano da circa 1.266,7 a 2.606,4 milioni di euro nel 2014 (+105,8%), mentre i trasferimenti da 2.613,3 a 1.162,3 milioni di euro (-55,5%). Particolarmente accentuata risulta la riduzione dei trasferimenti erariali, che passano da 1.426,5 a 378,2 milioni di euro, segnando una decrescita, in termini di cassa, del 73,5%. I trasferimenti regionali subiscono una riduzione del 34,9 per cento, con riscossioni che passano da 1.161,9 a 756,6 milioni di euro, mentre restano stabili le entrate extratributarie, che si attestano a poco piu’ di 400 milioni di euro.

“A fronte di questa progressiva e generalizzata riduzione di entrate correnti – si legge nella relazione – le amministrazioni locali incontrano forti difficolta’ nell’attuare politiche strutturali di revisione qualitativa e quantitativa della spesa”. Preoccupa anche la costante flessione dei livelli di spesa d’investimento, pari al 6 per cento delle spese finali sia nei comuni che nelle ex Province regionali. A rendere complicata la tenuta degli equilibri di bilancio e’ il “disallineamento temporale tra incassi e pagamenti”, sia in competenza (la forbice tra velocita’ di riscossione e quella di pagamento e’ pari ad otto punti percentuali nei comuni), sia in conto residui, dove il divario tra tasso di realizzazione e di smaltimento dei residui e’ pari nei comuni a 14 punti percentuali e nelle Province a quasi 28 punti percentuali”. Secondo la magistratura contabile, tale situazione “per la sua elevata problematicita’ risulta difficilmente sostenibile gia’ nel breve periodo, rischiando, in assenza di immediate misure correttive, di degenerare in una permanente carenza di liquidita’, tale da compromettere gravemente la solvibilita’ delle amministrazioni locali e la continuita’ dell’erogazione dei servizi indispensabili”.

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A gravare sugli Enti sono in particolare i debiti fuori bilancio, che nel 2013 ammontano ad oltre 163 milioni di euro, di cui circa 101 milioni per i comuni e i restanti 62 milioni per le amministrazioni provinciali. La tipologia prevalente e’ quella riconducibile alle passivita’ derivanti da sentenze esecutive. Ancora piu’ preoccupante risulta l’esposizione debitoria latente, relativa ai debiti fuori bilancio da riconoscere, che nel 2013 ammonta ad oltre 467,4 milioni di euro, in gran parte ascrivibile ai comuni (446 milioni di euro). Una “pericolosa incognita” che grava sul sistema di finanza locale e’ infine rappresentata dall’esposizione debitoria dei comuni per la copertura dei costi del servizio d’igiene ambientale, stimabile, attualmente, in oltre 1.816 milioni di euro. “Risulta quanto mai auspicabile il celere superamento dell’attuale fase di stallo istituzionale, attraverso una visione strategica ‘di sistema’ in grado di coniugare le imprescindibili esigenze di riduzione della spesa pubblica con l’incremento dei livelli di efficienza ed efficacia dei servizi erogati, e, soprattutto – conclude la Corte dei Conti – con la razionalizzazione del numero complessivo di centri di spesa pubblica”.

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