Arrestato Andrea Bonafede. E’ caccia agli altri bunker

Arrestato Andrea Bonafede. E’ caccia agli altri bunker
Andrea Bonafede
23 gennaio 2023

I carabinieri del Ros hanno arrestato con l’accusa di associazione mafiosa Andrea Bonafede, l’uomo che ha concesso la sua identità al boss Matteo Messina Denaro. Nel primo interrogatorio aveva sostenuto di essere stato avvicinato dal suo amico di gioventù Matteo Messina Denaro un anno fa, ma non ha convinto gli investigatori. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.

Andrea Bonafede è un geometra di 60 anni. Fu agganciato per la prima volta dal boss un anno fa, il che significa che da almeno un anno gravitava nella zona di Campobello di Mazara. Sarebbe dunque attorno al gennaio dello scorso anno, secondo quanto avrebbe raccontato lo stesso Bonafede agli investigatori e agli inquirenti, che ci sarebbe stato il primo contatto tra i due. Un incontro sul quale, si apprende da fonti qualificate, il geometra non avrebbe fornito particolari dettagli affermando solo di esser stato intercettato da Messina Denaro in paese.

In quell’occasione, avrebbe ancora spiegato Bonafede, il boss gli chiese di acquistare l’abitazione in vicolo San Vito in cui poi ha vissuto fino al giorno dell’arresto. Un acquisto che fu perfezionato a giugno del 2022. Inoltre, il boss ha dato il bancomat a Bonafede permettendogli di fare delle spese, gli ha fatto comprare la Giulietta sulla quale viaggiava. Andrea Bonafede sarebbe un uomo d’onore riservato, scrive il gip nella misura cautelare. “Si è in presenza, in sostanza, sia pure, in termini di gravità indiziaria di un’affiliazione verosimilmente riservata di Bonafede per volontà del Messina Denaro”, si legge nel provvedimento.

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Intanto, prosegue, a Campobello di Mazara, la caccia a possibili bunker segreti del boss Matteo Messia Denaro che aveva scelto il paese del trapanese come suo rifugio da almeno tre anni. I carabinieri, attraverso l’utilizzo di georadar, stanno scandagliando diverse abitazioni del paese tra le quali quelle di Antonio Luppino, figlio di Giovanni, l’insospettabile che, lunedì scorso, ha accompagnato in auto il capomafia alla clinica in cui poi entrambi sono stati arrestati. In un’area all’aperto adibita a parcheggio di proprietà di Luppino era nascosta la Giulietta usata dal capomafia per i suoi spostamenti e ritrovata dalla polizia. Il figlio dell’autista del boss, già sentito dagli inquirenti, non sarebbe indagato.

Ed è stato sentito dagli inquirenti il titolare della concessionaria di Palermo dalla quale Matteo Messina Denaro, un anno fa, comprò la Giulietta. Il commerciante, viste le foto del capomafia sui media e riconosciuto il volto dell’acquirente, ha confermato che la macchina fu acquistata personalmente dal padrino. Il veicolo, del quale sono stati trovati i documenti nell’ultima casa di Messina Denaro a Campobello di Mazara, era intestato alla madre di Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità al boss.

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