Arriva “Dibba” dal Sudamerica, aria di elezioni anticipate?

Arriva “Dibba” dal Sudamerica, aria di elezioni anticipate?
Alessandro Di Battista
5 ottobre 2018

Più che al rimpasto di governo, il M5s sembra che stia preparandosi alle urne anticipate. E, il ritorno di Alessandro Di Battista dal Sudamerica, potrebbe esserne un segnale. In molti, in queste ore, parlano dell’ex parlamentare grillino come nuovo titolare della Farnesina, rimpiazzando l’attuale ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Secondo i sostenitori di questa ipotesi, il rimpasto di governo dovrebbe avvenire a inizio del 2019.

L’operazione di fantapolitica, messa in campo da fonti vicino ai pentastellati, dovrebbe essere questa: dare il benservito al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, subentrando l’attuale ministro delle Politiche Europee, Paolo Savona. Mossa che farebbe saltare in aria il Quirinale, da sempre contrario a Savona a capo del dicastero di Via XX Settembre. Un diniego che è stato contrastato per oltre due mesi da Luigi Di Maio, sbarrando la strada alla nascita del nuovo governo. Due mesi di stallo che ha addirittura portato al capo politico dei Cinquestelle, a proporre l’impeachment di Mattarella. Dopodiché, per completare il fantastico walzer, Moavero, qualora lasciasse la poltrona a Dibba, andrebbe a occupare quella di Savona. Secca la smentita Di Maio: “Tria? Squadra che vince non si cambia. Non c’è alcuna ipotesi di cambio squadra nell’esecutivo gialloverde”.

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E c’è da crederci, se non vuol tornare a proporre un altro impeachment di Mattarella. Che farà allora Di Battista. E’ stato lui stesso a darne un indizio lo scorso luglio, quando ha annunciato il suo ritorno in Italia a fine dicembre con un video in cui ha detto: “Torno e vedremo cosa succederà”. Cosa succederà, non lo sappiamo. Sappiamo, invece, che in un’eventuale prossima campagna elettorale, certamente il solo Di Maio non è in grado di poterla sostenere. Per i Cinquestelle, sarebbe un tracollo. Il capo politico non la giusta stazza.

Ed ecco che scenderebbe in campo l’ancora numero due grillino, Dibba, che nonostante la sua assenza dall’Italia in questi ultimi mesi, ha dimostrato di essere ancora un leader. Perché, diciamolo con franchezza, un ritorno in piazza di Beppe Grillo non potrà mai mettere il turbo al Movimento come ai vecchi tempi. Potrebbe essere la manovra, a questo punto, il primo cavallo di battaglia di Di Battista. La porterebbe nelle piazze per poterla meglio spiegare, tirando fuori tutti gli alibi che hanno portato al voto anticipato. Una manovra, da lui stesso definita la “più di sinistra degli ultimi 30 anni”. Roberto Fico è avvertito.

 

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