Bankitalia: “Illusione soluzione problemi fuori dall’Ue. Lavoro questione centrale”

Bankitalia: “Illusione soluzione problemi fuori dall’Ue. Lavoro questione centrale”
31 maggio 2017

Uno “sforzo eccezionale” per tornare a una crescita “stabile ed elevata” e creare posti di lavoro, con l’urgenza di avviare una riduzione del debito pubblico. È un piano coraggioso per il rilancio del paese quello delineato da Ignazio Visco, nelle sue ultime Considerazioni finali da governatore della Banca d’Italia. Un intervento con una forte attenzione all’emergenza lavoro, “l’eredità più dolorosa della crisi”, e ai due fattori di “grave vulnerabilità” per l’Italia: il debito pubblico elevato e le sofferenze bancarie. E se i problemi degli istituti di credito sono “in via di soluzione”, per superare del tutto la crisi saranno necessari cambiamenti che “richiederanno impegno e sacrifici”. Un richiamo alla responsabilità in una fase di “incertezza politica” che potrebbe creare nuovi rischi per l’economia nazionale. Forse anche per questo, in un momento delicato per il futuro del Paese, a palazzo Koch era presente per la prima volta Mario Draghi, presidente della Bce ed ex numero uno di Bankitalia. Una presenza che appare come una mossa di sostegno a Visco per una conferma alla guida di Via Nazionale nel rinnovo dei vertici previsto a ottobre. “Il percorso per riportare l’Italia sulla strada della crescita è iniziato, ma deve rafforzarsi”, ha ammonito il governatore. Le politiche economiche “devono avere una veduta lunga” e sono indispensabili “programmi chiari, ambiziosi, saldamente fondati sulla realtà”.

Senza false promesse o ricette facili, perché “è un’illusione pensare che la soluzione dei problemi economici nazionali possa essere più facile fuori dall’Unione economica e monetaria”. I problemi del paese sono ancora pesanti, a partire dal lavoro, “questione centrale”. Nel 2014, ha spiegato Visco, “il tasso di disoccupazione è stato pari a quasi il 13%, più del doppio che nel 2007”. Servono quindi “interventi che possano favorire anche nel breve termine la creazione duratura di posti di lavoro”. Il sistema bancario invece “non è in crisi, ma la sua forza è indissolubilmente connessa con la forza dell’economia”. E per dare slancio all’attività economica è necessaria “una diminuzione continua e tangibile dell’incidenza del debito pubblico sul Pil”, che oggi è oltre il 130%. Tagliare progressivamente il debito è una priorità e “un programma di riduzione credibile” è alla portata del paese. “Con un tasso di crescita annuo intorno all’1% – secondo il numero uno di Bankitalia – l’inflazione al 2% e con l’onere medio del debito in graduale risalita verso i valori osservati prima della crisi, un saldo primario in avanzo del 4% del Pil, sostanzialmente in linea con il quadro programmatico del governo, consentirebbe di ricondurre il rapporto tra debito e Pil al di sotto del 100% in circa dieci anni”. L’Italia può farcela, è il messaggio finale di Visco, migliorando la produttività e “senza retromarce” per le riforme, i conti pubblici e le banche. “Sono fiducioso – ha concluso il governatore – che, al di là dell’incertezza politica, il nostro paese saprà ottenere risultati che servono l’interesse generale, tenendo conto di chi resta indietro e di chi arretra, liberando l’economia da inutili vincoli, rendite di posizione, antichi e nuovi ritardi”.

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