Berlusconi perde partita Quirinale. Patto strappato?

Berlusconi perde partita Quirinale. Patto strappato?
29 gennaio 2015

di Barbara Acquaviti

Forse lo ha detto per convincere la platea. O forse perchè spera ancora – alla fine – di non essere lasciato completamente fuori dai giochi. Di fatto, quando incontra i grandi elettori di Forza Italia, Silvio Berlusconi prova a trasformare il clamoroso smacco rappresentato dalla candidatura di Sergio Mattarella in un “mezzo” strappo con Matteo Renzi. Il rapporto con il premier – spiega – si è “fermato a metà” perché da una parte “abbiamo evitato di avere al Colle i segretari del Pd” ma dall’altro “non abbiamo ottenuto un nome condiviso”.

La scelta di dire no al candidato imposto dal segretario del Pd per l’ex premier non è né facile né indolore. E la ‘maschera’ di cera con cui si presenta alla riunione con gli azzurri la dice lunga. La mattinata a palazzo Grazioli trascorre in un assetto da riunione permanente. Da una parte Fedele Confalonieri e Gianni Letta provano a convincerlo a “sposare” la candidatura. Anzi, già da ieri l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio aveva provato a suggerirgli di dire sì: “intestiamoci subito il suo nome, non ci sarà ostile”. Dall’altra, però, dirigenti azzurri come Toti o Romani lo avrebbero esortato a reagire. Lo stesso Berlusconi, per la verità, a più di un interlocutore avrebbe parlato della ruvidezza con cui, nel faccia a faccia, il premier lo avrebbe posto davanti all’aut aut: “Per noi il candidato è Mattarella, tu fai come vuoi”.

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Il dato di fatto, alla fine, è che nel giro di una decina di giorni, le cronache parlamentari sono passate dall’occuparsi di un possibile ingresso di Forza Italia al governo, come conseguenza della saldatura sull’Italicum, a discutere di quello che – per dirla con le parole del Cavaliere – è un “altolà” del patto del Nazareno. Davanti ai grandi elettori un po’ Berlusconi ci prova a fare la voce grossa: “E’ stato Renzi a tradire e non noi”, “ora vediamo se Mattarella riescono ad eleggerselo soltanto con i loro voti”. Tuttavia, l’indicazione che l’ex premier dà ai suoi grandi elettori è quella di votare scheda bianca: non soltanto alle prime tre, ma anche alla quarta e oltre. Prima di incontrare gli azzurri, il Cavaliere aveva comunicato la sua decisione al premier Matteo Renzi e anche al presidente della Repubblica in pectore.

Scheda bianca, dunque: né un candidato di bandiera né la decisione di abbandonare l’Aula. In tanti provano a convincerlo a optare per una posizione più netta, ma Berlusconi frena: “è una forma di rispetto”. Parole che, nei capannelli dei grandi elettori azzurri decisamente disorientati, fa sorgere il sospetto che qualcuno abbia già garantito che nel segreto dell’urna da Forza Italia arriveranno i voti necessari a compensare eventuali franchi tiratori. C’è chi se la prende con i pro-nazareni e chi, al contrario, pensa che il tiro mancino arriverà dai fittiani. L’unica conquista che Berlusconi sembra portare a casa in questa partita è il ritrovato asse con Area Popolare e Angelino Alfano. I due gruppi hanno deciso assieme di ribadire il no a Mattarella e la convergenza sulla scheda bianca. Ma il ministro dell’Interni ci tiene anche a sottolineare che la vicenda resta slegata dalle sorti del governo. Nonostante il Cavaliere, ancora oggi, sia tornato a dirsi convinto che ci sia la possibilità che si vada a votare presto con il Consultellum.

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