A Betlemme rivive l’antica arte dell’iconografia sacra

13 aprile 2017

In un vicoletto nascosto di Betlemme c’è un laboratorio dove si mantiene in vita l’antica arte dell’iconografia sacra. E’ proprio vicino alla Chiesa della Natività, dove, secondo i cristiani, è nato Gesù. Qui si lavora in silenzio e in preghiera, si producono piccoli capolavori molto lontani dalle icone che si trovano nei negozi per turisti e che i pellegrini acquistano come souvenir. Nicola Juha, direttore del centro di produzione delle icone: “L’iconografia è parte del patrimonio culturale della Palestina, ma è stata dimenticata per molto tempo. Abbiamo pensato fosse giusto recuperarla e di farlo a Betlemme, un luogo simbolico”. “Usiamo colori e materiali naturali, oro, tutte cose create da Dio per il nostro lavoro. Crediamo che le icone non siano merce da vendere, ma immagini sacre da onorare”.

Secondo la tradizione l’evangelista Luca dipinse la prima icona cristiana nel 60 d.C. Ogni icona è unica e viene prodotta su ordinazione, usando materiali che provengono da luoghi diversi. Per esempio per il giallo si usano pietre di Gerico, quelle per il rosa dei volti vengono da Gerusalemme. Ian Knowles, inglese, insegna questa antica arte a cristiani palestinesi e a quelli provenienti da altri paesi, anche da Canada e Polonia. Arrivò a Betlemme per restarci pochi mesi, ma insegna qui da nove anni. “Volevo fare qualcosa per ricreare l’iconografia sacra – spiega – e allo stesso tempo dare il mio contribuito alla comunità cristiana palestinese”. Il laboratorio ha anche stretto una partnership con la Prince’s School of Traditional Art di Londra, permettendo così a 10 studenti di Betlemme di conseguire un diploma britannico in iconografia riconosciuto in tutto il mondo.

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