Bimbo sbranato da cani nel Catanese, la mamma: “L’ho difeso, ho combattuto”. Il padre: “Ha fatto il possibile”

Bimbo sbranato da cani nel Catanese, la mamma: “L’ho difeso, ho combattuto”. Il padre: “Ha fatto il possibile”
17 agosto 2016

la casa2Nessuna parola. Maria Crisafulli ha fatto scena muta, quando i carabinieri di Mascalucia le hanno chiesto i particolari della tragedia consumatasi nel paesino alle falde dell’Etna. Immagini che rimarranno indelebili per la mamma di Giorgio che ha strappato invano il figlio di un anno e mezzo dalle zanne di un cane. Per il piccolo, nulla da fare. La madre continua a ripetere che suo figlio non era solo mentre il cane lo sbranava nella sua villa. E lo ribadisce il marito, prendendo le difese della moglie, indagata come atto dovuto per omicidio colposo dalla Procura di Catania, che vuole verificare un’eventuale negligenza della donna per la morte del bimbo di 18 mesi, azzannato al collo e all’addome. “Avevo il bambino in mano quando uno dei cani, il maschio l’unico libero in giardino, all’improvviso, senza motivo apparente, ha aggredito il piccolo cercando di portarmelo via”, racconta la trentunenne mamma tramite il suo avvocato Fabio Cantarella. “L’ho difeso, ho combattuto, ma mi ha trascinata sul giardino – continua la signora -. Poi sono riuscita a chiudere il cane e sono fuggita fuori casa urlando, chiedendo aiuto con mio figlio tra le braccia, ma e’ stato tutto inutile”. E chiarisce come ad aggredire il figlio sia stato solo uno dei due dogo argentini, un maschio di tre anni, e non entrambi. Parla anche il papa’ del bambino, Giuseppe Bonarrigo, che precisa: “Ha fatto il possibile, non ha mai lasciato solo nostro figlio. Non lo ha mai fatto. Non ha alcuna colpa”, continua a ripetere. Il padre del piccolo non ha gradito i commenti sui social. “Sono amareggiato dai social media che non hanno avuto rispetto per la famiglia per quello che era accaduto – afferma -. Io ho visto foto e commenti sul fatto pubblicati ancora prima che le persone che ci conoscono e fossimo a conoscenza che mio figlio non c’era piu'”.

Intanto, i due dogo argentini si trovano in un canile privato convenzionato con il comune di Mascalucia. “Resteranno lì 10 giorni per un controllo – spiega Carmelo Macrì, direttore del servizio veterinario dell’Asp di Catania -. Bisogna fare delle verifiche per stabilire se hanno la rabbia e possono trasmetterla”. Sul futuro dei due cani ci sono tre ipotesi: “La prima è l’abbattimento – spiega Macrì -. La seconda quella di essere affidati a un centro di riabilitazione, già abbiamo avuto diverse richieste da parte di associazioni animaliste. Per l’ultimo potrebbe essere deciso di mantenerli in vita in un centro. Tutto questo dipenderà da come reagiranno gli animali”, conclude Macrì. Sul piano delle indagini e’ stato nominato il medico legale che si occupera’ dell’autopsia, ma non e’ stato fissato ancora il giorno. Mentre l’unica cosa che la famiglia sta valutando è quello di rivedere il bambino prima dei funerali.

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