Borrelli, superati i 10mila contagiati. Salgono a 631 le vittime

10 marzo 2020

Sono 8.514 i malati di coronavirus in Italia, 529 in più di ieri, mentre il numero complessivo dei contagiati (comprese le vittime e i guariti) ha superato i diecimila: 10.149. Il dato è stato fornito dal commissario per l’emergenza, Angelo Borrelli, attraverso il puntuale bollettino delle 18 della Protezione Civile. Le vittime sono complessivamente 631: rispetto a ieri sono 168 in più. Per quanto riguarda il numero complessivo dei positivi, 5.038 sono ricoverati con sintomi, 2.599 in isolamento domiciliare e 877, pari al 10% del totale, in terapia intensiva, 144 in più rispetto al dato diffuso ieri”. Sono 1004 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 280 in più rispetto a ieri.

Le 168 nuove vittime “non sono decessi da coronavirus ma si tratta di persone morte che tra le diverse patologie avevano anche il coronavirus”, ha detto Borrelli. Quanto alle fasce d’eta delle vittime, il 2% è nella fascia tra 50 e 59 anni, l’8% tra 60-69, il 32% tra 70-79, il 45% tra 80-89 e il 14% oltre i 90 anni. I guariti e dimessi sono stati 280. Dei 168 decessi 135 sono dalla Lombardia, 15 Emilia Romagna, 6 Veneto, 4 Piemonte, 3 Marche, 2 Friuli Venezia Giulia, uno da Abruzzo, Lazio e Liguria”.

Tutta Italia zona protetta

Fumata nera. Nessuna intesa tra governo e opposizione. La Lega e il centrodestra hanno portato le loro proposte al governo, ma il dialogo non è possibile se le idee vengono “accantonate in un cassetto”, ha detto Matteo Salvini, secondo cui, un conto è dialogare, un conto è portare proposte e vederle accantonate nel cassetto”. Ha aggiunto Salvini: “Solo in lombardia 135 morti in più rispetto a ieri. Con un sistema sanitario tra i più forti del mondo. E se questa situazione, dio non volesse, arrivasse dove la sanità non è a questi livelli? Pensiamo alla Calabria, alla Campania… Io non mi arrendo, sono testone. Però per risolvere un problema, per dialogare, bisogna essere in due”. Si è concluso dopo circa due ore, l’incontro a palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i leader dell’opposizione. Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Maurizio Lupi sull’emergenza coronavirus. I leader di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sono stati accompagnati dai rispettivi capigruppo.

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“Abbiamo chiesto misure drastiche subito, chiudere tutto adesso per ripartire sani tutti insieme fra poco. La risposta del governo è stata no, resta la totale incertezza”, ha proseguito il leader della Lega. “Abbiamo chiesto misure chiare, certe, definitive. Riteniamo che sarebbe utile chiudere tutto per 15 giorni, garantendo un piano di misure ovviamente per i servizi di prima necessità”, ha aggiunto la Meloni. Poi ha detto che il premier Conte “ha aperto alla possibilità di nominare un commissario” per gestire l’emergenza Coronavirus “ma non è detto che poi lo farà”. E a proposito della riunione all’Europgruppo ha aggiunto: “Abbiamo chiesto che lunedì non si discuta di Mes all’Eurogruppo. Il premier Conte ha detto che il Mes non è una priorità quindi confido che lunedì venga chiesto di non discuterne”. Dello stesso parere anche il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani: “Il presidente del Consiglio ci ha detto che il Mes non è una priorità”.

CENTRI COMMERCIALI

I centri commerciali italiani sono pronti a offrire “massima collaborazione alle istituzioni” per l’emergenza coronavirus, “anche in caso di chiusura totale”. Lo assicura il Consiglio nazionale dei centri commerciali (Cncc) che raggruppa gli operatori proprietari dei centri commerciali, i fornitori di servizi e alcuni retail. Una presa di posizione che arriva dopo che nelle ultime ore “alcuni rappresentanti del governo nazionale e territoriale” hanno ipotizzato “la possibile chiusura dei centri commerciali”.

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Il Cncc “rende noto che con spirito di sacrificio e grande senso di responsabilità si mette a disposizione delle istituzioni per offrire massima collaborazione, condividendo la volontà di porre al primo posto la tutela della salute di tutti i cittadini in questa fase di emergenza per il Covid-19, anche qualora questo comportasse la chiusura totale dei centri commerciali da parte delle istituzioni (garantendo in ogni caso i servizi primari, quali la vendita di generi alimentari e farmacie)”.

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