Brexit, Bruxelles apre procedura di infrazione contro Regno Unito. L’allarme della Coldiretti

1 ottobre 2020

Sempre alta tensione tra il Regno Unito e l’Europa sulla Brexit. Questa volta, a rilanciare è l’Ue che per mezzo della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato che Bruxelles ha aperto una procedura d’infrazione contro il Regno Unito di fronte al tentativo del governo britannico di violare l’accordo di recesso, in particolare il Protocollo sull’Irlanda, con la proposta di Legge nazionale britannica sul mercato interno. “Come sapete i nostri amici britannici erano stati invitati a rimuovere le parti problematiche del loro progetto di legge sul mercato interno entro la fine di settembre. Questo progetto di legge è, per sua stessa natura, una violazione dell’obbligo di buona fede stabilito nell’accordo di recesso”, secondo von der Leyen. “Inoltre – ha sottolineato -, se adottata nella sua forma attuale, la legge sarebbe in piena contraddizione rispetto al Protocollo su Irlanda e Irlanda del Nord”.

“Il termine – ha constatato la presidente della Commissione – è scaduto ieri. Le disposizioni problematiche non sono state rimosse. Pertanto – ha annunciato – questa mattina la Commissione ha deciso di inviare una lettera di richiamo formale al governo britannico. È il primo passo di una procedura d’infazione”. “La lettera invita il governo britannico a inviare le sue osservazioni entro un mese”, ha aggiunto. “La Commissione continuerà a lavorare intensamente per un’attuazione completa e tempestiva dell’Accordo di recesso. Noi manteniamo i nostri impegni”, ha concluso. La mossa di Bruxelles arriva a quarantott’ore dall’approvazione dal parte del parlamento britannico di un controverso disegno di legge del governo di Boris Johnson che contravviene in parte all’accordo di Brexit e che, per l’appunto, ha fatto irritare gli europei, nel pieno dei negoziati commerciali tra Londra e i 27 Paesi membri. Nonostante i dissensi all’interno dei conservatori, il testo, che viola il diritto internazionale, è stato approvato martedì sera in terza lettura dai deputati con 340 favorevoli e 256 contrari, aprendo la strada al voto da parte dei Lord nelle prossime settimane.

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Lo scenario preoccupa alla Coldiretti italiana che lancia un allarme: “Bisogna tutelare i 3,4 miliardi di euro di esportazioni agroalimentare Made in Italy in Gran Bretagna che si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti”. In altri termini, secondo l’organizzazione degli agricoltori, “ccorre evitare l`arrivo di dazi e ostacoli amministrativi e doganali alle esportazioni Made in Italy che nell`agroalimentare nei primi sei mesi del 2020 sono aumentate di quasi il 4%”. A preoccupare la categoria è anche la tutela giuridica dei prodotti a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp) che incidono per circa il 30% sul totale dell`export agroalimentare Made in Italy e che, senza protezione europea, rischiavano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione da Paesi extracomunitari.

In buona sostanza, secondo l’analisi della Coldiretti, con l`uscita dall`Unione Europea si teme anche che si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane come ad esempio l`etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta già diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che – precisa la Coldiretti – boccia ingiustamente quasi l`85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop). Dopo il vino che complessivamente ha fatturato nel 2019 sul mercato inglese quasi 771 milioni di euro, spinto dal Prosecco Dop, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono- conclude la Coldiretti – i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi e dell`olio d`oliva. Importante anche il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano per un valore attorno ai 85 milioni di euro.

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