Calcio, Ventura: “Inadatto a ct? Ho 30 anni carriera alle spalle”

Calcio, Ventura: “Inadatto a ct? Ho 30 anni carriera alle spalle”
17 ottobre 2016

“Le pressioni fanno parte della vita di ogni allenatore e dopo 30 anni di calcio si possono sopportare”. Cosi’ il ct azzurro Gian Piero Ventura, intervenuto ai microfoni di “Radio Anch’io Sport” su RadioUno, replicando a chi sostiene che non sia adatto alla guida della Nazionale. “Chi lo dice non mi conosce – aggiunge – Qualcuno contesta che non ho mai vinto campionati ma non ho mai allenato una squadre fra quelle che lottano per lo scudetto. Ma io e i miei collaboratori abbiamo ottenuto altri risultati in sintonia con gli obiettivi delle societa’ dove ho lavorato, abbiamo lanciato decine e decine di giovani finiti in Nazionale e fatto guadagnare milioni e milioni di plusvalenze. Trent’anni di calcio non si cancellano. Il vero problema e’ il momento storico che l’Italia sta attraversando sul piano generazionale, con grandi giocatori che hanno finito e altri che stanno finendo e molti giovani che si stanno affacciando. E’ un momento delicato che va gestito con raziocinio e serenita’”. Quella azzurra e’ un’avventura “stimolante e impegnativa”, anche perche’ “per la prima volta nelle qualificazioni mondiali si qualifica una sola squadra per girone e noi non siamo teste di serie avendo la Spagna davanti”, ma col tempo Gian Piero Ventura conta di dare la sua impronta e trasformare la Nazionale nella ‘sua’ Italia. Ospite di “Radio Anch’io Sport” su RadioUno, il ct azzurro ha ben chiara in testa la sua missione, ovvero “sfruttare i giocatori che il campionato mette a disposizione, soprattutto i piu’ giovani”, ma “quando hai tre giorni per allenare, non puoi fare una rivoluzione immediata o cambiamenti importanti. Conte, in 40 giorni, ha costruito una squadra per gli Europei e siamo ripartiti da li’, con qualche certezza, per poi cambiare strada facendo. Il dato anagrafico di alcuni giocatori ci spinge a modificare e mettere i piu’ giovani nelle condizioni di poter dare un contributo importante ma occorre del tempo e in Nazionale ce n’e’ poco. Fare tutto e subito e’ difficile ma ci sono i presupposti per farlo piano piano”.

E anche a questo serviranno gli stage che Ventura e’ riuscito a ottenere, stage “non per i Bonucci, i Barzagli e i Chiellini che fanno gia’ 70 partite all’anno ma per tutti quelli di 22-23 anni che sono di grande prospettiva e che, in attesa di far parte della Nazionale che mi auguro giochera’ i Mondiali, devono fare un minimo di esperienza a Coverciano, devono sentirsi a casa e non pagare pegno quando saranno chiamati a vestire la maglia azzurra. Cominceremo a novembre e gia’ li’ potremo gia’ modificare ii modo di stare in campo”. Per quanto riguarda l’attaccante dello Shandong Luneng, rispetto al gesto di Pelle’ “si e’visto di peggio nel calcio, ma con la maglia azzurra il discorso e’ diverso. L’Italia ha esportato l’immagine di un gruppo corretto, un’immagine positva e quel gesto e’ andato a intaccare questa immagine. Pelle’ e’ un ragazzo perbene ma un minimo di riflessione deve farla altrimenti significherebbe autorizzare chiunque a non rispettare la maglia azzurra. Niente e’ precluso per nessuno, se il tempo dira’ che merita, nessuno si castra, porte aperte per tutti”. Discorso simile anche per Supermario. “E’ un giocatore dalle grandissime potenzialita’ e qualita’ che e’ frenato da un modo di essere che non lo mette in condizione di esprimersi al meglio – sottolinea Ventura – Niente e’ precluso per nessuno, le porte sono aperte per tutti, ma in questi anni c’e’ stato un abbassamento del livello e il gap lo vai a colmare con un comportamento e un atteggiamento tattico da squadra, la squadra ha la priorita’ del singolo. Balotelli deve mettere le sue qualita’ a disposizione della squadra e non la squadra che si mette a disposizione di Balotelli, e’ questo il grande passo che deve fare.

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